Stop al piano di conquista di Google in Cina. Il colosso di Mountain View ha infatti deciso di chiudere il progetto Dragonfly con il quale aveva intenzione di portare nel paese asiatico una sorta di versione del motore di ricerca in linea con la censura governativa del Dragone.
L’abbandono del progetto Dragonfly è stato annunciato direttamente dai piani alti di Google, nella persona di Karan Bhatia, il Vice Presidente della Public Policy dell’azienda, che di fronte al Judiciary Committee al Senato USA, ha dichiarato ufficialmente che il programma è stato cancellato definitivamente. Una notizia che conferma dunque quanto anticipato lo scorso dicembre dal The Intercept.
Insieme a Dragonfly, bigG pare aver rinunciato in toto alle sue mire espansionistiche in Cina visto che il progetto “Libellula” avrebbe fatto da testa di ponte per la conquista del Dragone da parte del colosso americano. Un mercato enorme, quello cinese, ma con molti ostacoli e una censura – il cosiddetto “grande Firewall” – che rendono difficilissimo l’ingresso anche per un gigante tecnologico come Google.
Sin dall’inizio il progetto Dragonfly non ha incontrato il favore dell’opinione pubblica. Solo un mese fa, infatti, gli azionisti hanno presentato una risoluzione per chiedere a Google di bloccare il progetto, ma senza successo. Il principale motivo che ha messo in cattiva luce questo progetto l’impatto e i rischi che avrebbe un motore di ricerca censurato, lesivo dei diritti umani.
Nel frattempo – sempre sul fronte Google – curiosa la notizia secondo la quale, in Indonesia, i genitori Ella Karina e Andi Cahya Saputra hanno deciso di chiamare il figlio “Google”, proprio come il colosso di Mountain View, sperando che tale scelta possa essere di buon auspicio per il futuro del piccolo.