Netflix non ha acquisito, nel secondo trimestre del 2019, il numero di abbonati che la società aveva previsto; anzi, ha registrato persino una perdita dei sottoscritti statunitensi per la prima volta dal 2011.
La società ha perso circa 130mila abbonati negli Stati Uniti in questo secondo trimestre e ha guadagnato solo 2,7 milioni di abbonati a livello globale, nonostante prevedesse di acquisirne 5. Il CEO Reed Hastings crede che la causa sia da ricercarsi nel rialzo dei prezzi dei suoi piani e nella mancanza di contenuti originali per attirare nuovi abbonati (certo non aiuta nemmeno l’annuncio della rimozione di show come Friends dal catalogo). Per chi non lo sapesse, nel 2019 la società ha istituito piani tariffari più alti, uno dei maggiori aumenti fino a oggi. Le modifiche sono entrate in vigore sia per i nuovi abbonati che per gli utenti già sottoscritti.
In una lettera indirizzata agli azionisti, Hastings ha scritto:
Le nostre previsioni inesatte riguardano tutte le regioni, ma maggiormente quelle in cui c’è stato l’aumento dei prezzi. Non crediamo che la concorrenza sia stata un fattore determinante, dal momento che non c’è stato un cambiamento sostanziale nel panorama competitivo durante il secondo trimestre.
La notizia ha causato un immediato crollo in borsa (-10%). La lettera di Hastings agli investitori sostiene che i prossimi due trimestri della compagnia vedranno una crescita grazie alle nuove stagioni di successo del re dello streaming, come Stranger Things, La casa di carta, The Crown e Orange is the New Black, che giungerà a una conclusione. Tuttavia, il calo delle azioni e la concorrenza di Disney, WarnerMedia, Apple e NBC Universal (intenzionate a creare la prima piattaforma “killer Netflix”) dovrebbero essere fattori importanti da considerare. Insomma, l’azienda non può permettersi di dormire sugli allori nonostante tutto.