Facebook Libra non se la passa troppo bene. Le ultime settimane hanno visto l’uscita dalla Libra Association di molti nomi importanti come Visa, Mastercard, PayPal, eBay e ora molla anche Booking Holdings, la società dietro a Booking.com e Priceline. Tutto questo a seguito della lettera inviata dal Financial Stability Board ai ministri delle finanze del G20, riguardo i rischi della valuta digitale e soprattutto sui vuoti normativi in materia da colmare.
Anche se pare che tutto proceda speditamente, così non è: Facebook soffre per l’abbandono di tutti questi grandi attori, che davano credibilità a tutto il progetto legato a Libra. Le varie defezioni avrebbero quindi allungato i tempi del debutto della struttura operativa della criptovaluta, quindi è probabile che la moneta digitale non ce la farà per debuttare in tempo nel 2020, il periodo precedentemente preventivato.
Così Dante Disparte, responsabile della comunicazione di Libra, ha dichiarato al Financial Times:
Anche se potremmo essere pronti dal punto di vista tecnologico, l’aspetto regolamentare è quello più carico di incertezza. Abbiamo la necessità di ottenere le adeguate approvazioni regolamentari e questa è la parte che potrebbe non essere pronta in tempo.
I piani iniziali erano una disponibilità dell’infrastruttura entro il 2020, ma dall’annuncio sono arrivate le preoccupazioni dei governi, delle autorità ed esponenti politici. Lo stesso Disparte ha dichiarato che il progetto partirà solo quando arriverà il via libera delle authority sia in Europa che negli Stati Uniti.
I vari player che si sono defilati hanno comunque lasciato una porta aperta per una futura collaborazione. Tutti gli altri 21 membri rimasti, tra cui ci sono Uber, Lyft, Spotify e Vodafone, hanno firmato lo statuto della Libra Association, che gestirà la governance della criptovaluta. Da quando ancora non si sa.