Google Home Mini è già stato additato dagli utenti in passato per violazione della privacy: a pochi mesi dall’uscita del dispositivo, infatti, la società fu costretta a disabilitare il tasto superiore in quanto registrava le conversazioni anche dopo l’hotword “OK Google”. Adesso, pare che l’assistente domestico si possa controllare attraverso i raggi laser.
A dimostrarlo è stato il ricercatore di sicurezza informatica Takeshi Sugarawa, che ha simulato una voce umana modulando un raggio laser da 60 milliwatt puntato in direzione Google Home. Questo è estremamente pericoloso nel caso in cui l’assistente domestico fosse collegato ad altri apparecchi smart: potrebbe per esempio aprire un garage e dare libero accesso a persone malintenzionate, nel peggiore dei casi. I ricercatori del team che hanno scoperto la vulnerabilità hanno già notificato a Tesla, Ford, Amazon, Apple e Google il problema, dal momento che non si tratterebbe solo di un’anomalia del dispositivo del colosso della ricerca: le aziende dovranno dunque lavorare per trovare una soluzione, dal momento che non basterebbe semplicemente coprire i microfoni con del nastro. La maggior parte di questi dovrebbero essere riprogettati. Il team è stato in grado manomettere i dispositivi Google Home/Nest, Echo Plus/Show/Dot, Facebook Portal Mini, Fire Cube TV, EchoBee 4, iPhone XR, iPad di sesta generazione, Samsung Galaxy S9 e Google Pixel 2 utilizzando la tecnica. Inoltre, il team ha affermato che è molto più facile ingannare i dispositivi da lontano: il metodo ha funzionato solo da una distanza compresa tra i 5 e i 20 metri.
Sarà interessante scoprire in che modo i giganti della tecnologia cercheranno di ovviare al problema senza dover rimettere mano ai device, sebbene al momento una soluzione definitiva sembrerebbe ben difficile da trovare.