Google Play Points, al via il programma negli USA

Dalla prossima settimana, gli utenti americani potranno acquisire i Google Play Points effettuando acquisti nello store digitale di BigG.
Google Play Points, al via il programma negli USA
Dalla prossima settimana, gli utenti americani potranno acquisire i Google Play Points effettuando acquisti nello store digitale di BigG.

I Google Play Points sbarcano anche negli Stati Uniti, dopo il lancio di un anno fa in Giappone e in Corea. Per chi non lo sapesse, si tratta di un programma fedeltà che consente agli utenti di guadagnare punti in base all’acquisto di app e giochi. Questi punti possono poi essere spesi per comprare altri contenuti digitali o per riscattare premi; e ancora, è possibile devolverli in beneficenza, per esempio a organizzazioni non-profit come Save the Children e World Food Program.

L’iscrizione al programma è gratuita e sono previsti anche degli eventi settimanali che permettono di guadagnare Play Points extra. Più punti si accumulano, più aumenta il livello dell’utente. In totale, di livelli ce ne sono quattro: bronzo, argento, oro e platino. A ognuno di essi sono associati determinati privilegi e premi settimanali. Inoltre, Google ha intenzione di stringere partnership con sviluppatori di terze parti per consentire l’utilizzo dei punti per acquisti in-app speciali. È possibile anche spenderli per noleggiare o comprare film e libri, naturalmente.

Il lancio statunitense del programma fedeltà di Google è previsto per la prossima settimana, con un bonus che triplicherà i punti acquisiti per ogni acquisto. Al momento non è chiaro se e quando i Google Play Points saranno introdotti in Europa, ma il fatto che dall’estremo oriente siano adesso stati accolti negli USA, patria di BigG, fa ben sperare. Intanto il colosso della ricerca ha ufficializzato l’acquisto di Fitbit, uno dei più grandi produttori di dispositivi indossabili al mondo. L’operazione è costata 2,1 miliardi di dollari e suggerisce che l’azienda di Mountain View abbia intenzione di lanciarsi nel mercato degli smartwatch: forse l’obiettivo è quello di creare un orologio proprietario che supporti la piattaforma Wear OS.

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