L’applicazione per iOS di Facebook, il popolare social network di Mark Zuckerberg, potrebbe utilizzare la fotocamera di iPhone senza che l’utente ne abbia accordato il permesso. È quanto ha scoperto l’utente Joshua Maddux, nel notare un comportamento anomalo dell’applicazione. Al momento, la piattaforma online non ha commentato la problematica.
La scoperta è avvenuta per caso utilizzando iOS 13.2.2, per poi essere verificata su cinque iPhone differenti. Stando al resoconto dell’utente, il quale ha pubblicato anche un video su Twitter di prova a quanto sostenuto, Facebook accederebbe alla fotocamera senza che il proprietario dello smartphone ne sia consapevole.
Effettuando lo scrolling sulla propria bacheca di Facebook, come consuetudine per milioni di utenti in tutto il mondo, Maddux si è imbattuto in un bug dell’applicazione. Dopo aver effettuato alcuni swipe, infatti, l’interfaccia del social network si è lievemente spostata sulla destra, rivelando sul lato opposto la ripresa in background da parte della fotocamera dello smartphone.
Ho trovato un problema di sicurezza e privacy per Facebook. Quando l’applicazione è aperta, usa attivamente la fotocamera. Ho trovato un bug nell’applicazione che permette di notare la fotocamera aperta dietro al feed delle notizie.
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Così come già anticipato, Facebook non ha commentato ufficialmente la questione, ma è molto probabile che venga semplicemente gestito come bug. Al momento, non è infatti possibile stabilire se si tratti di una scelta deliberata del social network o, appunto, di un malfunzionamento dell’applicazione. Ancora, non sono state condotte indagini per comprendere se le immagini riprese dalla fotocamera vengano effettivamente salvate sul device o, fatto non da poco, inoltrate su server remoti. Fatto, quest’ultimo, che appare tuttavia improbabile.
Non è la prima volta che viene testimoniato, per alcune applicazioni per iOS, l’accesso indebito alla fotocamera. L’ultimo caso risale dal 2017 e, da allora, Apple ha reso ancora più restrittive le sue linee guida per gli sviluppatori, non accettando più software capaci di accedere a componenti hardware aggiuntive – come appunto la fotocamera – senza che l’utente ne sia debitamente informato.