Hanno generato grande curiosità le dure parole che Neil Young, musicista da sempre concentrato sulla fedeltà della riproduzione musicale, ha voluto riservare al nuovo MacBook Pro da 16 pollici di Apple. Nel corso di una recente intervista per The Verge, l’artista ha paragonato il laptop di Cupertino a un giocattolo – “qualità Fisher-Price” – lamentandosi per il difficoltoso supporto agli strumenti DAC. Tra battute e polemiche apparse velocemente sui social network, è però sorto il dubbio che le affermazioni del musicista possano essere imprecise. Lo spiega The Loop, nel sottolineare come gli intoppi descritti da Young non siano in realtà presenti nel nuovo MacBook Pro targato mela morsicata.
Così come già accennato, Neil Young è da sempre un fautore della riproduzione musicale ad altissima fedeltà, tanto da aver lanciato sul mercato un proprio riproduttore – il PonoPlayer – pur non raccogliendo un’enorme risposta da parte del pubblico. Nonostante i Mac siano ormai da decenni entrati di diritto fra gli strumenti più gettonati per la produzione musicale a livello professionale – basti pensare a Billy Eilish, artista che ha segnato il record storico di statuette agli ultimi Grammy, la quale ha sviluppato il suo album d’esordio insieme al fratello Finneas O’Connell e a un iMac – Young vi si oppone. I Mac, compreso l’ultimo MacBook Pro da 16 pollici, rappresenterebbero un vero e proprio incubo nella gestione di strumenti esterni DAC, poiché orientati agli utenti consumer e non alla qualità da studio musicale.
Analizzando le dichiarazioni dell’artista, The Loop ha però scoperto come la realtà sia ben diversa. Innanzitutto, i nuovi MacBook Pro da 16 pollici sono evidentemente stati sviluppati da Apple con la musica al centro, considerando tutte le tecnologie che Cupertino ha deciso di aggiungere per i professionisti. Oltre a un sistema di riproduzione ad alta fedeltà basato su sei speaker e woofer di ultima generazione, Apple ha voluto anche supportare lo standard Dolby Atmos, inserire tre microfoni professionali con un ridottissimo livello di rumore e un sistema di beamforming direzionale, affinché la cattura del suono sia fedele in qualsiasi condizione di utilizzo. Tutte caratteristiche che difficilmente vengono incluse di default in un laptop, sebbene ancora non rispondano alla questione sollevata da Young in merito al DAC.
Proprio rispetto all’utilizzo di strumenti DAC, ovvero per la conversione dell’audio da digitale ad analogico senza perdita di dettaglio sonoro, The Loop ha testato diverse soluzioni, tra cui l’Apollo 8 di Universal Audio, senza rilevare alcun intoppo, rallentamento o complesse procedure da seguire. Il collegamento è immediato, non si rilevano rallentamenti durante l’uso né problemi di compatibilità con l’hardware e il software targati mela morsicata.
Il sospetto, in attesa di eventuali conferme dal diretto interessato, è che Young abbia fatto riferimento ai MacBook Pro in modo generico e indifferenziato per identificare una categoria di laptop, senza però conoscere la potenza e le novità audio volute da Cupertino per la sua release da 16 pollici.