Apple potrebbe entrare a breve nel vivo della produzione di AirTag, il suo piccolo dispositivo pensato per la geolocalizzazione degli oggetti. Secondo quanto riferito da Ming-Chi Kuo, analista solitamente molto affidabile sul conto della mela morsicata, il gruppo di Cupertino avrebbe già avviato la sua catena di fornitura, con spedizioni su larga scala tra il secondo e il terzo quarto fiscale del 2020. Tra i principali partner vi sarebbe Universal Scientific Industrial, deputata alla realizzazione del system-in-package per il dispositivo targato mela morsicata.
Secondo quanto riferito da Kuo in una nota agli investitori, Universal Scientific Industrial – una società di Shanghai – avrebbe ottenuto la porzione maggiore degli ordini di Apple, circa il 60% di tutte le forniture. Il system-in-package sviluppato potrebbe includere anche il chip U1 di Apple, per il supporto all’Ultra Wideband.
Date le tempistiche di fornitura, ovvero tra il secondo e il terzo quarto del 2020, è probabile che AirTag – sempre che il gruppo di Cupertino decida di chiamare così il suo dispositivo – non faccia la sua apparizione sul mercato in concomitanza con iPhone SE 2, previsto nel mese di marzo. Più verosimile, invece, una presentazione in estate in concomitanza con la WWDC o, ancora, con la presentazione dei nuovi iPhone 5G nel mese di settembre.
Il dispositivo, ovvero uno strumento di geotag simile a molti altri già presenti sul mercato, sarà perfettamente integrato in iOS 13 e permetterà di identificare la posizione precisa di oggetti di proprio interesse. Ad esempio, potrà essere installato su un mezzo di trasporto – come una bicicletta – affinché possa risultare sempre reperibile: uno strumento utile, di conseguenza, in caso di furto. Sugli smartphone e i tablet targati mela morsicata, inoltre, dovrebbe giungere una nuova applicazione in grado di fare lo scanning dei geotag in proprio possesso, per vederne la posizione in tempo reale su mappa.