Si pensa che l’isolamento da coronavirus stia spingendo le persone chiuse in casa ad ascoltare ancora più musica del solito. Forse sì, ma non in streaming su piattaforme come Spotify. O almeno per quanto riguarda le canzoni più di tendenza e popolari.
Ad esempio, da noi in Italia, uno dei paesi più colpiti dal coronavirus, le prime 200 canzoni più trasmesse su Spotify hanno registrato una media di 18,3 milioni di ascolti totali al giorno a febbraio 2019. Da quando il premier Conte ha annunciato la quarantena nazionale il 9 marzo, gli ascolti totali per le 200 canzoni più popolari non hanno superato i 14,4 milioni. Martedì 17 marzo c’è stato un calo del 23% nelle prime 200 canzoni rispetto a martedì 3 marzo.
Spotify non condivide però i numeri di ascolto totali, quindi è possibile che – mentre i primi 200 stream stanno crollando – l’ascolto generale sia stabile. Potrebbe dunque trattarsi di un problema solo delle canzoni più recenti e popolari.
E la concorrenza? I competitor di Spotify come Apple Music e YouTube non elencano i numeri di streaming giornalieri per le canzoni popolari, quindi non è stato possibile sapere se queste altre piattaforme stanno vedendo un calo simile.
Se l’utilizzo delle piattaforme di streaming musicale sta veramente calando, questo non dovrebbe per forza tradursi in un problema economico: le entrate dello streaming hanno rappresentato quasi la metà delle entrate dell’industria musicale nel 2019, secondo l’associazione dell’industria musicale IFPI. Tuttavia, il 90% delle entrate di Spotify proviene da abbonati paganti e solo circa il 10% proviene da annunci pubblicitari per utenti non paganti. E gli abbonati pagano la loro quota a prescindere da quanto usano Spotify.