Coronavirus, Google rileva crollo di spostamenti

Google fornisce alcuni dati che mostrano il tasso di rispetto delle restrizioni applicate dal governo per combattere il coronavirus.
Coronavirus, Google rileva crollo di spostamenti
Google fornisce alcuni dati che mostrano il tasso di rispetto delle restrizioni applicate dal governo per combattere il coronavirus.

Google ha partecipato attivamente alla battaglia contro il coronavirus, non solo fornendo informazioni autorevoli e verificate, ma anche tracciando i dati sugli spostamenti delle persone. Non solo negli Stati Uniti, ma in ben 131 Paesi del mondo: l’azienda di Mountain View ha rilasciato il suo Covid-19 Community Mobility Report, un documento che osserva il tasso di rispetto delle restrizioni, allo scopo di aiutare i governi a capire se le limitazioni imposte ai cittadini stiano funzionando o meno.

Tra i 131 paesi si annovera anche l’Italia, dove pare che la quarantena sia rispettata quasi da tutti. Si segnala infatti un -94% di individui nei negozi e nei locali, un -90% nei parchi e un -85% negli alimentari o nelle farmacie. La grande flessione è stata registrata anche nei trasporti: l’87% di persone in meno ha preso metropolitane e bus, e gli spostamenti casa-lavoro sono calati del 63%. Di conseguenza è aumentata la percentuale relativa allo stare in casa, che segna un +24%. Il documento osserva anche i risultati divisi per ogni regione, che riflettono un comportamento più o meno uniforme dei cittadini in tutta Italia (non soltanto nel Nord, più colpito).

I dati di localizzazione utilizzati dall’azienda, tuttavia, sono soltanto di coloro che hanno tenuto attiva la Cronologia delle posizioni: per evitare la violazione della privacy, dunque, non è stato analizzato il numero totale dei cittadini, ma solo di quelli che hanno consentito il tracciamento. Sono comunque percentuali attendibili e incoraggianti, che dimostrano un comportamento generale degli italiani piuttosto consono allo stato di allerta per il coronavirus.

A Google è stato anche chiesto di fornire dati per il contact tracing, ma il colosso della ricerca ha dichiarato di non disporre di numeri tanto precisi da scovare chi è entrato in contatto con una persona infetta.

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