Zoom sta implementando nuove misure di sicurezza promesse per prevenire lo “zoombombing” da parte di ospiti indesiderati. Per iniziare, recentemente ha dato agli amministratori la possibilità di disabilitare gli ID delle riunioni personali (per la pianificazione e l’avvio delle riunioni). Così, un intruso che scopre l’ID non può utilizzarlo per disturbare la videoconferenza.
Per zoombombing, si intendono le azioni di disturbo organizzate per introdursi nelle videochiamate e le riunioni a distanza, che talvolta diventano delle vere e proprie molestie verbali (nei casi estremi, vengono diffusi addirittura contenuti pornografici). Negli Stati Uniti, l’FBI ha ricevuto talmente tante segnalazioni di episodi di zoombombing da aver diffuso un comunicato per avvisare del problema e invitare chi ne ha subito uno di segnalarlo.
Per tutelare ulteriormente gli utenti, quindi, dal 9 maggio gli account di base (ovvero gratuiti) dovranno utilizzare le password per tutte le riunioni. Le misure di sicurezza entrano in gioco in un momento molto importante per la piattaforma, visto il suo crescente utilizzo dovuto al lockdown per la pandemia da nuovo coronavirus. Tuttavia, già diversi insegnanti, aziende e privati hanno dovuto fare i conti con troll e burloni che hanno interrotto le loro videochat.
Si tratta comunque di un passo avanti importante per gli utilizzatori di Zoom, che senz’altro li rassicura, ma anche per la piattaforma stessa che riduce l’incentivo a prendere in considerazione alternative come Google Meet.
A proposito del servizio per le videochiamate, sul sito è possibile trovare delle guide per scoprire come attivare il filtro bellezza su Zoom e per creare le room su Zoom.