Complice anche una campagna internazionale di disinformazione, cresce il fronte del no al 5G, la nuova tecnologia di trasmissione di dati attraverso la telefonia mobile. In Italia sono particolarmente agguerrite le regioni meridionali, Sicilia e Puglia in primis. Solo nella provincia di Lecce ben 43 comuni si sono pronunciate in maniera contraria alla sperimentazione del 5G. Giancarlo Vincitorio, esponente regionale di Vox Italia in Puglia, ha commentato così la decisione del sindaco di Martano, ultimo comune in ordine di tempo ad aggiungersi al fronte del no. “Siamo particolarmente grati al sindaco di Martano, Fabio Tarantino per aver dimostrato concretamente, mediante l’ordinanza emessa a sua firma, di privilegiare l’interesse di tutela sanitaria della popolazione vietando a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio comunale. Oggi è un grande atto di coraggio opporsi alle forti lobby delle grandi aziende tecnologiche. Il potere economico – prosegue – è tale da fare sembrare oscurantisti e retrogradi chiunque esprima un pensiero di dissenso nei confronti della dittatura del capitalismo tecnologico. Il sindaco di Martano è, assieme ad altri suoi 42 colleghi del Leccese, esempio di resilienza al dilagare del pensiero unico”.
5G: il Dl Semplificazioni legherà le mani dei sindaci?
Le rimostranze si basano su alcune notizie relative alla presunta pericolosità della tecnologia 5G sulla salute dei cittadini. Non v’è alcuna prova scientifica di ciò, ma non essendoci alcuna prova contraria, sottolineano i sindaci pugliesi, si deve applicare il principio di precauzione vietando l’installazione di una tecnologia che potrebbe dare un impulso importante all’economia in un momento difficile per la crisi post coronavirus. Il governo, dal canto proprio, si sta muovendo con il Dl Semplificazioni per limitare il potere dei sindaci contro le installazioni delle nuove antenne del 5G. In questa direzione, del resto, va anche una sentenza del TAR della Sicilia, che ha dato torto alla presa di posizione del Comune di Cefalù.
5G: cosa succede in Europa?
La Gran Bretagna di Boris Johnson fa un altro passo indietro sul 5G: il premier è pronto a bandire il colosso cinese Huawei dalla costruzione della rete britannica. La notizia è riportata dal tabloid The Telegraph, secondo cui lo stop arriverà entro la fine del 2020. Nei mesi scorsi il governo UK si era detto pronto a collaborare con Huawei, ma l’agenzia governativa specializzata nella sicurezza informatica, la GCHQ, ha rivisto la propria posizione nei confronti della compagnia di Hong Kong. A pesare sulla decisione di Johnson anche le pressioni di diversi conservatori, contrari sia agli investimenti degli asiatici, sia a quelli provenienti dagli USA.
Secondo Huawei, dietro la posizione del Regno Unito, invece, ci sarebbero gli Stati Uniti: l’accusa di Paul Harrison, Head of International Media del colosso asiatico, è che gli USA stiano dettando l’agenda britannica dopo essere rimasti indietro nella corsa al 5G.
La Francia, invece, ha assunto una posizione meno drastica ma comunque limitativa: Guillaume Poupard, capo dell’agenzia francese per la cibersicurezza (ANSSI), fa sapere che non ci sarà un divieto, ma non sarà nemmeno incentivato l’utilizzo di apparecchiature Huawei, mentre per gli operatori che già le utilizzano, avranno autorizzazioni limitate nel tempo, da 3 a 8 anni.