Facebook vieta i contenuti che negano l'Olocausto

L’aumento di alcune forme d’odio spingono il social di Zuckerberg ad alzare la guardia: aggiornato il regolamento sull’incitamento all’odio
Facebook vieta i contenuti che negano l'Olocausto
L’aumento di alcune forme d’odio spingono il social di Zuckerberg ad alzare la guardia: aggiornato il regolamento sull’incitamento all’odio

Facebook annuncia ufficialmente “un altro passo nell’impegno per combattere l’odio”. Il social network di Mark Zuckerberg ha aggiornato il regolamento relativo ai contenuti che incitano all’odio con una stretta nei confronti di qualunque condivisione che neghi l’Olocausto. “Se le persone cercano l’Olocausto su Facebook, inizieremo a indirizzarle a fonti autorevoli per ottenere informazioni accurate”, fa sapere Zuckerberg a proposito di un argomento che negli ultimi anni ha subito distorsioni, addirittura giustificazioni da alcuni esponenti politici, ma non solo.

Facebook dichiara guerra a chi nega l’Olocausto

Si tratta di una vera e propria rivoluzione sull’argomento, perché nel 2018 la stessa piattaforma social sosteneva la libertà di espressione anche per argomenti come l’Olocausto, la cui negazione “è profondamente offensiva”. Per quella presa di posizione, lo stesso fondatore di Facebook fu al centro di furenti polemiche tanto da essere costretto a rettificare, sottolineando di non voler in nessun caso difendere le persone che negano l’olocausto.

Zuckerberg e l’Olocausto: “Il mio pensiero si è evoluto”

L’escalation di violenza verbale sui social ha convinto però Zuckerberg ad un cambio di rotta su tematiche come il genocidio degli ebrei. “Il mio pensiero si è evoluto – spiega – quando ho visto i dati che mostrano un aumento della violenza antisemita. Tracciare il giusto confine tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è non è semplice, ma allo stato attuale del mondo credo che questo sia il giusto equilibrio”. A fargli eco c’è anche la sua vice, Sheryl Sandberg: “Purtroppo, nel mondo in cui viviamo stiamo assistendo al sorgere di nuove forme di odio, nonché a un aumento di alcune delle più antiche forme di odio, compreso l’antisemitismo. Ecco perché questo cambiamento di policy”, aggiunge.

Insomma, nel momento in cui certi fenomeni raggiungono proporzioni che potrebbero essere incontrollabili, meglio mettere un punto e bloccare definitivamente i contenuti che diffondono fake news negando i campi di concentramento e tutte le altre angherie cui gli ebrei sono stati sottoposti. “La nostra decisione – conclude Facebook – è supportata dall’aumento ben documentato dell’antisemitismo a livello globale e dall’allarmante livello di ignoranza sull’Olocausto, soprattutto tra i giovani. Secondo un recente sondaggio, negli Stati Uniti tra persone di età compresa tra i 18 e i 39 anni, quasi un quarto ha affermato di credere che l’Olocausto fosse un mito, che fosse stato esagerato o di non esserne sicuri”.

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