Trump: "Nessuno viene hackerato. Serve un QI di 197"

Il Presidente USA continua a diffondere fake news senza itimore di venir smentito dall'evidenza dei fatti. Stavolta assicura che "nessuno viene hackerato".
Trump:
Il Presidente USA continua a diffondere fake news senza itimore di venir smentito dall'evidenza dei fatti. Stavolta assicura che "nessuno viene hackerato".

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è tra i principali diffusori di fake news ad un così alto livello e se è vero che i sondaggi in vista delle elezioni del 3 novembre prossimo lo vedono in netto svantaggio rispetto allo sfidante Joe Biden, è altrettanto vero che i suoi sostenitori pendono dalle sue labbra un modo drammaticamente preoccupante e accettano le sue dichiarazioni come verità assoluta.

Questi quattro anni di presidenza USA da parte di Trump ci hanno dimostrato che non esiste limite al peggio e che quando pensi che l’ultima folle dichiarazione di Trump abbia toccato il fondo, ecco che l’imprenditore diventato presidente riesce a sorprenderti ancora.

L’ultima dichiarazione basata su nulla di reale riguarda gli hack di account che riguardano milioni di cittadini in tutto il Mondo ogni giorno, furti di account più o meno gravi che Trump ritene molto difficili, anzi impossibili:

Nessuno viene hackerato. Per essere hackerato serve qualcuno con un quoziente intellettivo superiore a 197 e deve conoscere circa il 15% della vostra password.

https://twitter.com/mshelton/status/1318303047647309824

L’uscita di Trump, che molti suoi sostenitori riterranno come verità senza mettere in dubbio in nessun modo quelle parole, è arrivata durante l’evento di campagna elettorale che Trump ha tenuto a Tuscon, in Arizona, lunedì scorso e il riferimento è al caso dell’editore dell’emittente statunitense C-SPAN Steve Scully, sorpreso a mentire su un finto hack del proprio profilo Twitter dopo aver inviato un tweet ad Anthony Scaramucci,
l’ex direttore delle comunicazioni della Casa Bianca.

Scully, come moltissimi altri personaggi noti prima di lui, ha usato la scusa del “non sono stato io, sono stato hackerato”, ma non ha funzionato. Trump ha approfittato dell’episodio per tirare l’acqua al proprio mulino e mentire ancora una volta ai suoi sostenitori, guardandosi bene dal ricordare che la catena di hotel di lusso di cui è proprietario, la Trump Hotels, ha subito almeno due hackeraggi tra il 2014 e il 2017.

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