Alla fine il tanto atteso annuncio della NASA è arrivato. E come ipotizzato da molti analisti, la misteriosa scoperta che riguardava la Luna si è rivelata storica e in qualche modo legata al programma Artemis.
L’ente spaziale americano ha infatti annunciato di aver scoperto l’acqua sulla superficie del nostro satellite, grazie a SOFIA, il progetto congiunto della NASA e del Centro aerospaziale tedesco.
SOFIA è l’acronimo di Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy: si tratta dell’osservatorio aereo più grande del mondo, realizzato su un Boeing 747SP modificato che può aprirsi nella fusoliera di poppa per far uscire un telescopio riflettore con un diametro di 2,5m, in grado di compiere osservazioni nella stratosfera ad altitudini di circa 12km.
L’osservatorio ha permesso quindi agli scienziati NASA di scoprire all’interno del Cratere Clavius delle molecole d’acqua in una concentrazione rilevata pari a 100-412 parti per milione per metro cubo di suolo lunare.
Una conferma storica
La scoperta dell’ente spaziale americano è ritenuta storica in quanto per la prima volta in assoluto ha dato una conferma concreta dell’esistenza di acqua sulla Luna, mentre fino a ieri la sua presenza era stata solo ipotizzata. Inoltre ha smentito tutte le passate supposizioni scientifiche secondo le quali il liquido sarebbe stato presente solo nelle aree fredde non illuminate dal Sole: di fatto, l’acqua lunare è potenzialmente presente sull’intera superficie del nostro satellite.
Una risorsa locale per gli astronauti
La scoperta apre le porte a nuovi, interessanti scenari in vista delle future missioni umane sul pianeta. “L’acqua è una risorsa preziosa, sia per scopi scientifici che per l’uso da parte dei nostri esploratori” – ha affermato il dr. Jacob Bleacher, scienziato capo della divisione Human Exploration and Operations Mission della NASA. – “Se possiamo usare le risorse sulla Luna, allora possiamo trasportare meno acqua e più attrezzature per consentire nuove scoperte scientifiche”.
Prossimo obiettivo NASA: una mappa idrografica
Il prossimo passo della ricerca della NASA sarà ora quello di capire come l’acqua venga generata e immagazzinata, e mappare eventualmente l’intera superficie lunare per creare una vera e propria piantina idrica del nostro satellite. Avere infatti una rappresentazione grafica delle aree in cui si trova il prezioso liquido e il modo in cui si sposta potrebbe rivelarsi molto importante in vista della futura missione Artemis, in quanto risulterebbe una risorsa importante per gli astronauti che toccheranno il suolo lunare nel 2024.
Ricordiamo che tra le tante operazioni legate alla preparazione della missione Artemis, che dovrebbe portare nuovamente l’uomo sulla Luna nel 2024, l’Agenzia spaziale statunitense sta lavorando con Nokia per portare una connessione dati 4G funzionante sul nostro satellite.