Nuovo capitolo nella ormai lunga telenovela tra TikTok e il Governo USA. Venerdì scorso è scaduto l’ultimatum dell’Amministrazione Trump che imponeva, di fatto, alla società ByteDance di cedere il ramo statunitense della popolare app social, pena l’interruzione di tutte le attività svolte nel mercato statunitense. Ma nonostante ciò, sulla vicenda per adesso è calata una coltre di silenzio.
Motivo? Secondo quanto riportato da Bloomberg, le procedure per la vendita di TikTok sarebbero ancora in corso e per agevolare la conclusione positiva dell’affare, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti avrebbe confermato a ByteDance che non sarebbe stata sanzionata dopo la scadenza dell’ultimo ultimatum.
La vicenda TikTok
A settembre di quest’anno il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva ratificato il ban delle app di TikTok e WeChat dal Paese per il 20 settembre, in base all’ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump il 6 agosto precedente. Di fatto, veniva sancito lo stop alla distribuzione e all’aggiornamento delle app, e alle soluzioni di rete necessarie per il loro funzionamento.
Questo in quanto, secondo Washington, le applicazioni in questione sarebbero in grado di rubare e raccogliere dati per controllare utenti e clienti. Ma all’ultimo momento TikTok era riuscita ad evitare l’attuazione completa del provvedimento, almeno nella parte in cui quest’ultimo vietava il download delle app, grazie alla richiesta di un provvedimento sospensivo di urgenza accolta dalla Corte Distrettuale della Columbia.
Nel frattempo la “guerra” politica e commerciale tra l’Amministrazione Trump e le principali aziende tech cinesi non accenna a placarsi. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, il Governo americano avrebbe aggiunto altre quattro aziende cinesi nella sua blacklist. Si tratta del produttore di semiconduttori SMIC, dell gigante petrolifero CNOOC, della Construction Technology Co Ltd e della China International Engineering Consulting Corp, queste ultime particolarmente vicine al regime di Xi Jinping.