Pfizer, l’azienda farmaceutica statunitense starebbe testando una pillola che, in caso di successo, potrebbe rivoluzionare la lotta alla pandemia da Covid-19 e aiutare i pazienti a curarsi direttamente a casa. Gli esperimenti, che coinvolgono circa sessanta volontari, tutti adulti sani di età compresa tra i 18 e i 60 anni, si stanno tenendo da alcune settimane in due laboratori segreti del gigante farmaceutico, uno negli Stati Uniti e uno in Belgio, e dureranno 145 giorni, con l’aggiunta di altri 28 giorni per “screening e dosaggio”.
La pillola anti Covid-19
La molecola testata è un antivirale su misura che ha preso il nome in codice PF-07321332. Classificato come “inibitore della proteasi”, è stato formulato sulla base di farmaci analoghi per attaccare la “spina dorsale” del virus SARS-CoV-2 e impedirgli quindi di replicarsi nel naso, nella gola e nei polmoni. Gli inibitori, infatti, sono una classe di farmaci impiegata nel trattamento di alcune infezioni virali, in particolare quelle da HIV e da virus dell’epatite C.
Gli inibitori della proteasi impediscono alla proteasi di attivare alcune proteine all’interno dei virus di recente produzione. Il risultato consiste in virus difettosi e immaturi che non infettano nuove cellule. Ora i ricercatori sperano di ottenere gli stessi risultati col Covid-19 e quindi di dare una svolta definitiva alla lotta contro la pandemia. “Abbiamo progettato PF-07321332 come potenziale terapia orale che potrebbe essere prescritta al primo segno di infezione, evitando ai pazienti di essere ospedalizzati o portati in terapia intensiva”, ha affermato Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente della sezione Ricerca, Sviluppo e Medicina alla Pfizer.
Pfizer si dichiara ottimista sull’efficacia della pillola, in quanto afferma di aver riscontrato “una potente attività antivirale in vitro contro SARS-CoV-2”. E come spiegato dagli scienziati dell’azienda farmaceutica in altre occasioni, una volta che una “cosa” funziona in vitro, molto probabilmente funzionerà anche dentro un organismo. Il punto semmai è quello di stabilire la sua tolleranza negli animali e poi negli esseri umani. In quest’ottica lo studio è stato suddiviso in tre fasi, compresa quella per lo “screening e il dosaggio”. Se la sperimentazione dovesse dare esito positivo, entro la fine dell’anno le pillole potrebbero essere messe già in commercio.