Xiaomi e il governo degli Stati Uniti d’America avrebbero raggiunto un accordo per “cancellare” definitivamente l’azienda cinese dalla lista nera voluta dalla precedente amministrazione Trump, che rischiava di limitare pesantemente gli investimenti nord americani nel produttore. E’ quanto rivela Bloomberg, che sottolinea come le parti abbiano raggiunto un’intesa anche se non sono stati ancora resi noti i termini dell’accordo.
Xiaomi fuori dalla black list del DOD
Secondo la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, le parti coinvolte stanno ancora negoziando gli ultimi dettagli per risolvere il contenzioso, e presenteranno una proposta congiunta non prima del 20 maggio prossimo. Tuttavia si tratterebbe di dettagli, e l’accordo non rischia quindi di saltare. Il colosso cinese che opera nel campo dell’elettronica di consumo aveva più volte ribadito di aver operato sempre nel rispetto delle leggi e delle regole, nonché di fornire prodotti e servizi per uso civile e commerciale.
Quindi di non essere posseduta, controllata o affiliata all’esercito cinese, e di non essere pertanto una “società militare comunista”, come veniva definita dal NDAA. Ma questo non gli era bastato per evitare l’inserimento nella black list del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Xiaomi aveva quindi presentato ricorso e fatto causa al Governo USA, ottenendo a marzo una sentenza favorevole dal giudice federale Rudolph Contreras, che aveva sancito l’esclusione, seppur momentanea, dalla stessa, in quanto non era possibile stabilire con assoluta certezza uno stretto legame tra l’azienda e i poteri militari statali della Cina.
Adesso, salvo imprevisti, l’esclusione diventa definitiva. Ricordiamo che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DOD), sotto l’ex presidente Donald Trump, ha aggiunto diverse società cinesi, tutte ritenute di proprietà (o controllate) dall’esercito della Repubblica Popolare Cinese, all’elenco di quelle aziende che potevano costituire un pericolo per la sicurezza nazionale. Con l’inserimento nella lista nera, per gruppi come il produttore di semiconduttori SMIC, Huawei o il gigante petrolifero CNOOC, per fare degli esempi, sono scattate delle restrizioni, tra le quali il divieto – per le aziende americane – di poter fare investimenti in quelle società, o scambi di qualsiasi natura con esse.