Alla fine la decisione definitiva dell’Oversight Board a proposito della chiusura temporanea dell’account di Donald Trump è arrivata: l’ex Presidente degli USA è stato sospeso per due anni da Facebook. “Data la gravità delle circostanze che hanno portato alla sospensione di Trump”, si legge tra le motivazioni che hanno spinto la commissione a prendere tale decisione, “riteniamo che le sue azioni costituiscano una seria violazione delle nostre regole che merita la maggiore sanzione. Sospendiamo i suoi account per due anni, a partire dalla data del 7 gennaio di quest’anno… Quando e se la sospensione sarà rimossa ci saranno una serie di sanzioni che scatteranno nel caso in cui Trump dovesse commettere ulteriori violazioni in futuro, inclusa una permanente rimozione delle sue pagine e dei suoi account”.
I motivi del ban di Donald Trump
Il 6 gennaio scorso, al termine delle elezioni presidenziali americane vinte da Joe Biden, molti elettori repubblicani si erano riversati per le strade a manifestare contro i presunti brogli avvenuti in alcuni seggi, e decine di migliaia di sostenitori di Trump avevano addirittura assaltato Capitol Hill per protesta. Donald Trump, che aveva gridato allo scandalo e parlato per primo di risultati falsati, venne bandito da tutte le principali piattaforme social con l’accusa di aver fomentato le folla con le sue dichiarazioni sul tema. Facebook, in tal senso, era stata l’azienda che aveva preso la decisione più drastica: sospendere gli account ufficiali di Trump su Facebook ed Instagram a tempo indeterminato, riservandosi una nuova valutazione periodica su quella decisione.
La reazione del Tycoon
La reazione dell’ex Presidente degli Stati Uniti non si è fatta ovviamente attendere. “La decisione di Facebook è un insulto a 75 milioni di persone che hanno votato per noi nelle elezioni presidenziali truccate del 2020. Il nostro Paese non può più sopportare questo abuso”, è stato il suo commento alla notizia. Negli scorsi giorni Facebook ha annunciato la fine di ogni trattamento di favore sulla sua piattaforma per i politici, con l’intenzione quindi di far valere anche per loro le stesse regole applicate di solito per gli altri utenti. Il Consiglio di sorveglianza sui contenuti di Facebook, infatti, ritiene che in tal senso occorre equità, e che l’azienda di Mark Zuckerberg dovrebbe comunicare più chiaramente le sue politiche, come quando decide che un post è troppo rilevante per essere rimosso, o quando prende delle misure nei confronti di un account con una certa influenza.