La Commissione europea ha deciso di aprire dei fascicoli di indagine per verificare che in particolare Google, Amazon e Apple non abbiano attuato pratiche contrarie alla concorrenza sfruttando il mercato degli assistenti vocali. Sotto accusa sarebbero infatti finiti Assistant, Alexa e Siri, per le pratiche esclusive e vincolanti della loro vendita e uso, e il conseguente controllo che attraverso questi servizi le tre aziende avrebbero sulle relazioni con gli utenti, grazie alla raccolta massiccia di informazioni su di essi, l’ampio accesso ai loro dati a proprio vantaggio sui mercati, e la limitazione delle funzionalità dei servizi di terze parti.
La Commissione UE indaga sulle Big Tech
Nel 2020 l’UE ha compiuto un’indagine preliminare contro le Big Tech, durata un anno, sulla concorrenza nel mercato dell’Internet of Things (IoT) nel Vecchio Continente, a seguito delle indicazioni di oltre 200 aziende di settore attive in Europa, Asia e USA. Il timore era che potesse esistere o comunque venire a creasi una sorta di monopolio nel settore dell’Internet delle cose per i prodotti e i servizi destinati ai consumatori nell’Unione Europea. Durante l’inchiesta gli ispettori hanno individuato degli ulteriori elementi sospetti, in particolare nella gestione da parte dei colossi del web del mercato degli assistenti vocali.
Cosa che ha portato ad aprire un ulteriore fascicolo per approfondire e chiarire meglio la questione. La vice presidente della Commissione UE, Margrethe Vestager, ha dichiarato che se le indagini supplementari confermassero i dubbi emersi da quelle preliminari, potrebbero portare all’apertura di nuovi casi antitrust. “Quando abbiamo avviato l’indagine di settore”, ha spiegato la Vestager, “eravamo preoccupati che potesse esserci il rischio che emergessero ‘gatekeeper’ che potessero usare il loro potere per danneggiare la concorrenza a scapito dello sviluppo delle imprese e dei consumatori. Dai primi risultati pubblicati oggi, sembra che molti nel settore condividano le nostre preoccupazioni”.
Secondo Bruxelles la concorrenza deve essere giustamente libera e “pulita”, senza trucchi, per assicurare la necessaria trasparenza per sfruttare al massimo il grande potenziale dell’Internet of Things per i consumatori nella loro vita quotidiana. L’analisi pubblicata e il supplemento di indagine alimenteranno la “futura azione di attuazione e normativa della Commissione UE nel dibattito legislativo in corso sulla proposta per il Digital Markets Act”. L’indagine preliminare sarà ora oggetto di una consultazione pubblica fino al primo settembre 2021, mentre la Commissione intende pubblicare il Rapporto finale nella prima metà del 2022.