Jeff Bezos vuole la Luna: pronti 2 miliardi di dollari per la NASA

L'ex CEO di Amazon vuole soffiare a Elon Musk il contratto dello Human Landing System, il programma che riporterà l'uomo sulla Luna.
Jeff Bezos vuole la Luna: pronti 2 miliardi di dollari per la NASA
L'ex CEO di Amazon vuole soffiare a Elon Musk il contratto dello Human Landing System, il programma che riporterà l'uomo sulla Luna.

Jeff Bezos è pronto a offrire due miliardi di dollari alla NASA se quest’ultima assegnerà alla sua azienda aerospaziale Blue Origin, un secondo contratto per lo Human Landing System del progetto Artemis, ovverosia il programma che vuole riportare l’uomo sulla superficie lunare, il cui primo lavoro è stato già affidato a SpaceX di Elon Musk. Dopo il recente successo del suo volo suborbitale compiuto a bordo della capsula New Shepard, Bezos si è detto pronto a finanziare interamente una missione dimostrativa, nel caso l’agenzia governativa civile del programma spaziale americano dovesse accettare la sua proposta.

Bezos contro Musk: Guerre stellari

L’offerta fa seguito a un reclamo presentato da Blue Origin contro la decisione della stessa NASA di assegnare a SpaceX un contratto per la costruzione di un veicolo spaziale per il ritorno degli astronauti americani sulla Luna. Nella documentazione presentata al Government Accountability Office (GAO), una sezione investigativa del Congresso degli Stati Uniti d’America dedita all’auditing e alla valutazione in varie materie, si legge che la NASA non avrebbe dato alle aziende concorrenti la possibilità di modificare le loro proposte per adeguarle alle riduzioni di budget operate sul progetto HLS nell’ambito dell programma Artemis. La risposta del GAO è attesa in tal senso entro il 4 agosto.

La NASA, lo ricordiamo, intende mandare un equipaggio sulla Luna in una capsula di Orion, alloggiata in cima a un razzo SLS. Dopo che la capsula attraccherà al Lunar Gateway, una stazione spaziale che l’Agenzia posizionerà nell’orbita lunare, gli astronauti si trasferiranno su un lander che li porterebbe sulla superficie del nostro satellite naturale. E qui entrano in ballo le società aerospaziali private: nell’aprile del 2020 le prescelte per realizzare un lander lunare erano tre, ovverosia Blue Origin, Dynetics e SpaceX. D’altronde non è raro che la NASA selezioni almeno due fornitori, come ha fatto quando ha assegnato entrambi i contratti a Boeing e SpaceX nell’ambito del suo programma Commercial Crew. Ma alla fine l’ente spaziale USA ha potuto affidare l’incarico a una sola, l’azienda di Musk, per ragioni di budget.

Siamo pronti ad aiutare la NASA a moderare i suoi rischi tecnici e risolvere i suoi vincoli di bilancio e riportare il programma Artemis su un percorso più competitivo, credibile e sostenibile.

Lo ha dichiarato Bezos, che con la sua attuale proposta vuole quindi mettere spalle al muro la NASA con una cifra che “risolverebbe i problemi di bilancio percepiti a breve termine” con il programma Human Landing System, aggirando quindi il “problema” che avrebbe indotto l’agenzia spaziale americana a selezionare una singola azienda invece di due. “Invece di investire in due lander lunari concorrenti come originariamente previsto, l’Agenzia ha scelto di conferire un vantaggio pluriennale e multimiliardario a SpaceX”, – afferma Bezos in una lettera inviata all’amministratore della NASA Bill Nelson – “Questa decisione ha rotto gli schemi dei programmi spaziali commerciali di successo della NASA, mettendo fine a una concorrenza significativa per gli anni a venire”. In attesa di risposte, intanto, Blue Origin continua i lavori per la realizzazione del veicolo New Glenn, che le permetterà di competere ad armi pari con i più famosi Falcon 9 di SpaceX.

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