La Cina sta assumendo giorno dopo giorno un ruolo sempre più importante nell’economia globale e nello sviluppo tecnologico. Ma il governo di Pechino vuole ancora di più, e aspira a recitare un ruolo significativo anche in ottica “conquista dello spazio”, grazie a un programma spaziale ambizioso e sulla carta in grado di fargli ottenere ottimi risultati in un settore al momento appannaggio quasi esclusivo degli Stati Uniti e dei Paesi partner.
La Cina alla conquista dello spazio
La Cina ha già dimostrato la bontà del suo programma spaziale e le capacità dei suoi enti preposti lo scorso maggio, quando è diventato il secondo Paese al mondo ad essere riuscito a fare atterrare con successo un rover, Zhurong, su Marte, ad appena due anni circa di distanza dall’aver fatto altrettanto con la sonda Chang’e 4 e il rover Yutu 2 sulla faccia nascosta della Luna. Come se non bastasse sta realizzando da sola la Tiangong 3, una stazione modulare destinata a più missioni scientifiche, i cui lavori dovrebbero essere completati nell’arco di undici missioni tra il 2021 e il 2023, quando raggiungerà una massa di circa 100 tonnellate.
Un’opera abbastanza impressionante, ma niente in confronto all’ultimo progetto che il Paese asiatico avrebbe in cantiere su proposta della National Natural Science Foundation of China: la costruzione di un’astronave grande alcuni chilometri per missioni a lungo termine. Secondo un rapporto pubblicato dal South China Morning Post, la nave farebbe parte di un importante progetto aerospaziale strategico, che garantirebbe “l’uso futuro delle risorse spaziali, l’esplorazione dei misteri dell’universo e la permanenza in orbita a lungo termine”.
I lavori, che dovrebbero essere gestiti da un’agenzia di competenza del Ministero della Scienza e della Tecnologia, prevedono un assemblaggio direttamente nello spazio, in quanto sarebbe parecchio complicato lanciare dalla Terra un’astronave così massiccia. La struttura della nave sarebbe quindi modulare, e per realizzarla bisognerebbe operare diversi lanci per inviare i componenti nei cantieri orbitali, ma anche ottimizzare i costi di costruzione e “spedizione”.
In tal senso le operazioni dovrebbero avvalersi del supporto del Long March 9, razzo vettore super pesante anch’esso attualmente in fase di sviluppo, il cui primo volo è previsto per il 2030. Alcuni tecnici del Dipartimento di Scienze matematiche e fisiche pare abbiano già realizzato una serie di schemi da applicare alle diverse fasi del progetto, o come guida per i ricercatori che dovranno ottimizzare le capacità di controllo delle strutture per evitare che si muovano, vibrino o si attorciglino fuori controllo durante l’assemblaggio.