L’Irlanda, sede europea di Facebook, ha comminato una multa da 225 milioni di euro a WhatsApp per la violazione delle leggi sulla privacy dei dati dell’Unione Europea. Secondo l’accusa, l’applicazione di messaggistica non avrebbe assolto ai suoi obblighi di trasparenza per quanto riguarda la comunicazione agli utenti sull’utilizzo dei dati. La sanzione, che fa seguito a un’indagine avviata nel dicembre del 2018 relativa alla mancata applicazione degli standard richiesti dalle normative europee introdotte col Regolamento 2016/679 e relative integrazioni pubblicate nella GUUE del 23 maggio 2018, era inizialmente più bassa, ma è stata successivamente rivista al rialzo su richiesta degli enti regolatori europei.
WhatsApp e la raccolta di dati sensibili
La Commissione per la protezione dei dati (DPC) irlandese ha ritenuto che WhatsApp non ha assolto ai suoi obblighi di trasparenza per quanto riguarda la comunicazione agli utenti sull’utilizzo dei dati raccolti dalla piattaforma, in violazione del GDPR dell’UE, ovverosia il Regolamento 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati.
Fin dalla sua approvazione, il regolamento ha costituito un passo essenziale per rafforzare i diritti fondamentali dei singoli nell’era digitale e agevolare le attività economiche rendendo chiare le regole per le imprese nel mercato unico digitale. Un unico atto legislativo che ha posto fine, anche se ancora permane qualche “resistenza” locale come in Italia, all’attuale frammentazione nei vari sistemi nazionali e agli oneri amministrativi superflui.
La risposta di Facebook
Immediata la replica di Facebook Inc., l’azienda proprietaria dell’app di messaggistica, che in un comunicato stampa ha scritto: “Non siamo d’accordo con la decisione odierna della Commissione irlandese. Siamo sempre stati trasparenti con i nostri utenti fornendo loro tutte le informazioni del caso nel 2018 sulla raccolta e il trattamento dei loro dati. Inoltre le sanzioni sono del tutto sproporzionate. Faremo appello contro questa decisione”. La società sottolinea poi che “WhatsApp “si è sempre impegnata e si impegna a fornire un servizio sicuro e privato. Abbiamo lavorato per garantire che le informazioni fornite siano trasparenti e complete e continueremo a farlo”.