Twitter, iniziati i test per le reazioni con emoji ai tweet

Twitter ha cominciato a testare in Turchia le reazioni con emoji ai tweet per gli utenti che accedono al social network tramite app e web.
Twitter, iniziati i test per le reazioni con emoji ai tweet
Twitter ha cominciato a testare in Turchia le reazioni con emoji ai tweet per gli utenti che accedono al social network tramite app e web.

Mentre negli Stati Uniti procedono i test sul nuovo sistema di etichettatura dei bot, in Turchia sono iniziati quelli che riguardano le reazioni. Twitter ha infatti avviato le prime prove, sempre per un numero chiuso di partecipanti selezionati, per quegli utenti che accedono al social network tramite app e web. Di introdurre le reazioni con emoji ai tweet, dopo aver già implementato nel 2020 la funzione che consente agli utenti di rispondere ad un messaggio diretto con un emoticon, ne avevamo parlato già lo scorso marzo, riportando alcune indiscrezioni pubblicate dal sito techcrunch.com, che citava come fonti alcuni insider dell’azienda.

Twitter, ecco le reazioni con gli emoji

Per adesso gli utenti turchi che partecipano alle prove di questa nuova caratteristica di Twitter possono scegliere solamente poche emoticon per esprimere la propria reazione a un particolare argomento, ovverosia il Cuore, che equivale a Mi piace, la “Faccina” con le lacrime di gioia, quella che Pensa, l’emoticon che Applaude e quella che Piange. Non ci sono emoji che rappresentano rabbia o comunque espressioni “aggressive”. Questo perché l’azienda di Jack Dorsey sta portando avanti anche dei sondaggi per capire meglio se l’introduzione di reazioni emoji che potrebbero implicare sentimenti negativi possa in qualche modo creare disagio eccessivo nei frequentatori del social più sensibili.

Da questo punto di vista è stato per esempio chiesto ai partecipanti al test come si sentirebbero se i propri tweet venissero sottovalutati e se ciò li scoraggerebbe dal twittare in futuro, anziché considerarlo più come un feedback “costruttivo” sui loro contenuti.

Ma anche se avessero utilizzato a quel punto più spesso questo sistema anziché magari rispondere con un commento scritto. L’obiettivo di questa funzionalità, come del resto quella introdotta a luglio che permette di “cambiare chi può rispondere”, nasce anche dalla volontà della piattaforma, e di chi la gestisce, di rendere più sane le conversazioni pubbliche. Un luogo virtuale dove poter condividere le proprie idee e opinioni senza per questo diventare soggetto di abusi verbali da parte di uno o più utenti volgari, che pensandola diversamente su determinati argomenti, magari decidono di sfogare le proprie frustrazioni su altri account.

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