Lo scorso 28 ottobre Facebook Inc. ha annunciato una grande operazione di rebranding cambiano il nome dell’azienda in Meta. L’obiettivo è quello di focalizzare i progetti futuri (e quindi anche il richiamo del “nome”) su quello che secondo Mark Zuckerberg sarà il successore di Internet mobile, “separandoli” da quelli degli altri brand del gruppo, che continueranno a esistere (ed evolversi) su una strada parallela, pur condividendo una nuova visione. L’annuncio sembra aver scatenato una vera e propria corsa al metaverso, come vi abbiamo riportato un paio di giorni fa. Così, dopo Microsoft, altre aziende, anche non propriamente tech, stanno iniziando a guardare a questo mercato e alla prospettive offerte. Bloomberg Intelligence stima in tal senso che il mercato del metaverso potrebbe raggiungere gli 800 miliardi di dollari entro il 2024.
Metaverso, un mondo digitale parallelo
Una delle società più interessate al metaverso è Nike. La famosissima azienda di calzature pensa ad esempio di vendere vestiti e scarpe del suo brand ai futuri avatar che popoleranno il metaverso all’interno di un mercato fatto di negozi digitali. La multinazionale americana ha così depositato il trademark dei propri loghi e nomi che comprendono fra le altre il suo simbolo, il claim «Just do it», il brand Jordan e il relativo logo Jumpman.
Secondo indiscrezioni anche altri gruppi legati alla moda, all’arredamento e all’infanzia starebbero pensando di fare la stessa cosa, così da poter vendere in futuro mobili, capi di abbigliamento e calzature virtuali, ma anche occhiali, borse, attrezzature sportive, arte, giocattoli e tutta una serie di accessori da utilizzare in ambienti virtuali.
E chissà che lo stesso non facciano anche società che si occupano di vendere case, tour operator e case produttrici di moto e autovetture, per costruire un vero e proprio ecosistema all’interno di quello che potrebbe diventare un (triste?) mondo digitale parallelo. Ad ogni modo, secondo il New York Times, Meta starebbe pensando di aprire negozi fisici per permettere agli utenti di fare esperienza con dei dispositivi sviluppati in futuro dalla sua divisione Reality Labs.