Alcuni mesi fa TikTok ha promosso un progetto globale volto a migliorare la comprensione delle modalità con cui i giovani vengono attratti e coinvolti da sfide potenzialmente pericolose e da contenuti ingannevoli e bufale. L’obiettivo era quello di capire meglio certi fenomeni per comprendere poi come sviluppare risposte ancora più efficaci per supportare adolescenti, genitori ed educatori. In queste settimane TikTok ha in tal senso condotto un’indagine su oltre 10 mila persone in Argentina, Australia, Brasile, Germania, Italia, Indonesia, Messico, Regno Unito, USA e Vietnam, commissionando a Praesidio Safeguarding, un’agenzia indipendente di servizi di protezione, la redazione di un report contenente i principali risultati e le relative raccomandazioni.
Challenge TikTok pericolose? Non sempre
Curato dalla dottoressa Zoe Hilton, Director and Founder di Praesidio Safeguarding, il report, che può essere consultato qui, ha evidenziato come la maggior parte delle challenge sono divertenti e sicure, come dimostra per esempio la “Ice Bucket Challenge” del 2014, che ha contribuito alla sensibilizzazione sulla sclerosi laterale amiotrofica. Nello studio è stato infatti chiesto agli adolescenti di descrivere il livello di rischio associato a challenge viste online di recente, e per quasi la metà (48%) erano percepite come sicure e sono state definite divertenti o spensierate. Al 32% è stato associato un certo rischio, ma sempre considerandole sicure e il 14% è stato descritto come rischioso e pericoloso.
Soltanto il 3% delle challenge online è stato definito molto pericoloso ed appena lo 0,3% degli intervistati ha dichiarato di aver preso parte a una challenge che considerava pericolosa.
Dalla ricerca è inoltre emerso che, prima di parteciparvi, gli adolescenti utilizzano una serie di metodi per comprendere i rischi che possono comportare le challenge online. Tra questi, guardare video di altri partecipanti, leggere i commenti e parlarne con gli amici. Tra le misure più rilevanti per contribuire alla loro sicurezza, gli intervistati hanno suggerito un orientamento che rafforzi la loro capacità di valutare i rischi. Circa la metà di essi, infatti (46%), ha dichiarato di volere “maggiore disponibilità di informazioni valide sui rischi” e “sulle attività estreme”. Soprattutto su contenuti sul suicidio e su bufale autolesionistiche che tentano di presentare come vere paure non reali, che invece hanno un forte impatto negativo sulla community di giovani.
“Ci siamo basati sui risultati del report della dottoressa Hilton per rivedere le nostre policy e processi”, spiega in una nota TikTok. “La ricerca dimostra che, anche quando condivisi con le migliori intenzioni, le bufale sui contenuti autolesionistici possono avere un forte impatto sul benessere degli adolescenti. Noi rimuoviamo già questi contenuti e interveniamo per limitarne la diffusione. Da oggi, come ulteriore protezione per la nostra community, elimineremo anche i contenuti allarmistici: infatti, trattando come reali i contenuti ingannevoli e le bufale, essi stessi possono essere dannosi. Continueremo invece a consentire le conversazioni che cercano di eliminare il panico e promuovere informazioni accurate”.