Spotify come la “Bella addormentata nel bosco” sembra essersi svegliata solo ora e aver scoperto che sulla piattaforma esistono dei podcast politicamente scorretti. Più semplicemente, come sostiene qualcuno, è probabile che il suo proprietario Daniel Ek si stia “semplicemente” piegando o adattando a quelle forme un po’ estreme di un certo political correct che quando diventa eccessivo, non è poi così diverso da quelle forme di censura e “violenza verbale” che sostiene di combattere. Insomma, che sia per interesse o per quieto vivere, il boss di Spotify ha fatto (giustamente) rimuovere dalla piattaforma circa 70 episodi del podcast di Joe Rogan in quanto contenevano insulti razzisti.
Spotify, 100 milioni di dollari per le minoranze
“Voglio chiarire un punto in modo molto chiaro: non credo che mettere a tacere Joe sia la risposta”, ha scritto sulla questione il CEO di Spotify al suo staff in una nota pubblicata dai quotidiani americani. “Dovremmo avere linee chiare intorno ai contenuti e agire quando si incrociano, ma cancellare le voci è una pista scivolosa. Guardando la questione in modo più ampio, è il pensiero critico e il dibattito aperto che alimenta il progresso reale e necessario”.
“Una delle cose a cui sto pensando è quali ulteriori passaggi possiamo intraprendere per bilanciare ulteriormente l’espressione del creatore con la sicurezza dell’utente. Ho chiesto ai nostri team di espandere il numero di esperti esterni con cui ci consultiamo su questi sforzi e non vedo l’ora di condividere maggiori dettagli”.
Per adesso Spotify ha pubblicato delle nuove regole sulla sua piattaforma per i creatori di contenuti, che vietano i contenuti che promuovono “informazioni mediche pericolose e ingannevoli”, e si è impegnata ad aggiungere un avviso di contenuto a qualsiasi podcast che includa una discussione su COVID-19. Questo avviso indirizzerà gli ascoltatori a un hub dedicato, che fornirà un facile accesso a informazioni basate su dati aggiornati condivisi da scienziati, medici, accademici e autorità sanitarie pubbliche di tutto il mondo, nonché collegamenti a fonti attendibili.
Diversa e sicuramente più spontanea, l’ottima iniziativa che sempre Ek ha intenzione di intraprendere e che è stata svelata da The Hollywood Reporter, ovverosia che Spotify investirà 100 milioni di dollari nelle licenze, nello sviluppo e nel marketing di musica e contenuti audio di gruppi storicamente emarginati. Che poi è la stessa quantità di denaro che Spotify ha pagato a Joe Rogan per il suo contratto di contenuti esclusivi. In una nota poi aziendale,