La Russia ha inviato più di 100.000 soldati al confine con l’Ucraina, minacciando una guerra diversa da qualsiasi cosa l’Europa abbia visto negli ultimi decenni. A maggior ragione se gli Stati Uniti continueranno a intromettersi come stanno facendo minacciando di usare addirittura delle armi nucleari. Ad ogni modo, anche se al momento per fortuna non ci sono stati scontri rilevanti, a parte qualche scaramuccia isolata, qualcosa in realtà si sta muovendo in un’altra dimensione, quella del cyberspazio, dove le operazioni informatiche sono già in corso.
Dal cyberspazio al campo di battaglia
La scorsa settimana, un gruppo di misteriosi hacker ha manomesso dozzine di siti web governativi in Ucraina. In alcuni casi hanno perfino inserito un pericoloso malware che ha creato non pochi problemi all’interno degli uffici delle agenzie governative ucraine, anche ad alto livello.
Oggi, d’altronde, le guerre si combattono (e si vincono) anche dal cyberspazio. Per un esercito avere tra le propria file tecnici e hacker in grado di entrare e sabotare i computer che controllano e gestiscono dei potenziali obiettivi militari costituisce certamente un enorme vantaggio che si ripercuote poi sul campo di battaglia.
Pensate ad esempio alla possibilità di accedere ai server e ai PC che monitorano e controllano il traffico di dati, ma anche il corretto funzionamento delle centrali elettriche o di alti servizi vitali per una nazione. Un’azione simile significa poter spegnere le luci in intere città, favorendo per esempio un attacco via terra eseguito anche da poche decine di militari bene addestrati, mentre oscurare media e radar può spianare le porte al caos e al panico tra i i cittadini inermi, e a un attacco via aerea.
Un malware per abbattere le difese dell’Ucraina
Un malware potrebbe poi essere lanciato per abbassare le difese elettroniche e tracciare le posizioni di difesa nemiche, come accadde nella realtà nel febbraio del 2014, proprio in Ucraina. All’epoca, mentre l’esercito russo avanzava in Crimea, le unità di artiglieria di casa venivano segnate una per una da un virus impiantato da un gruppo di hacker legato al Cremlino. Ma le azioni possibili sono tantissime.
Nei giorni scorsi, ad esempio, tre compagnie di trasporto e stoccaggio del petrolio tra Germania, Belgio e Paesi Bassi hanno subito pesanti attacchi informatici che hanno pesantemente ritardato le consegne di greggio. Considerando che, ad esempio, nel Donbass e in tutta l’ucraina in questo periodo è il gelo a farla da padrona, bloccare o rallentare rifornimenti di carburante per i mezzi militari ma anche i riscaldamenti potrebbe tradursi presto in una disfatta per l’esercito e per una popolazione a rischio congelamento a causa di un’inevitabile crisi energetica.