Continua la “battaglia” tra Google e gli sviluppatori di YouTube Vanced, un’app per OS Android che consente a chi la usa di visualizzare i contenuti di YouTube senza pubblicità e senza quindi la necessità di sottoscrivere un abbonamento Premium. Aspetto, questo, che chiaramente crea un enorme problema a una piattaforma che proprio sugli introiti pubblicitari legati alla visione dei filmati basa gran parte del suo guadagno. Da qui un vero e proprio scontro che prima ha portato Big G a far rimuovere i link per il download dell’app minacciando i suoi creatori di ricorrere ad azioni legali, e ora alla verifica della stessa applicazione da parte di Google Play Protect.
Google: YouTube Vanced Manager è dannosa
Lo scorso 13 marzo gli sviluppatori di YouTube Vanced hanno annunciato ai loro utenti sia su Twitter che sul loro canale ufficiale Telegram di voler interrompere la diffusione e il supporto al loro client. Di fatto, ogni link ufficiale che conduceva al download dell’applicazione è stato quindi rimosso, anche se l’app attuale continuerà a funzionare fino a quando possibile. Ma ciò evidentemente non è bastato all’azienda di Mountain View, che ora ha deciso di affidare alla verifica del suo programma Google Play Protect il software “incriminato”.
Play Protect, infatti, contribuisce a proteggere uno dispositivo, esegue un controllo di sicurezza sulle app del Google Play Store prima del loro download e controlla sul device degli utenti l’eventuale presenza di app potenzialmente dannose provenienti da altre origini. Queste app dannose vengono talvolta indicate con il termine malware.
Ebbene, il programma ha preso di mira in particolare il Vanced Manager, ovverosia l’app che si occupa di mantenere aggiornato l’intero YouTube Vanced. Da questo punto di vista gli utenti che lo hanno installato sul proprio dispositivo hanno ricevuto delle notifiche da Google Play Protect in cui questi segnala come “dannosa” l’applicazione, invitandoli a rimuoverla da device visto che lo “”mette a rischio”. Una mossa, quella di Big G, creata ovviamente ad hoc per estirpare del tutto il software dagli smartphone di chi ancora ne fruisce e non vuole mollare.