Quando si parla dell’HDR in dotazione a un dispositivo, sia esso uno smartphone, un tablet oppure un televisore, è bene specificare di quale sistema si tratta. Alcuni apparecchi in commercio adottano la tecnologia Dolby Vision, altri lo standard HDR10. A proposito di quest’ultimo, i tempi sembrano essere quasi maturi per assistere al debutto della sua evoluzione chiamata HDR10+.
Uno standard aperto, che sarà spinto da nomi importanti come 20th Century Fox, Panasonic e Samsung, come annunciato oggi con un comunicato stampa congiunto firmato dalle tre società. L’obiettivo è ovviamente quello di riunire il maggior numero possibile di produttori di contenuti e quelli dei pannelli sotto l’ala di un unico grande progetto, arrivando così ad offrire all’utente finale sia un catalogo di intrattenimento in alta qualità che i dispositivi necessari per visualizzarlo al meglio. Anche lettori Blu-ray, set-top box e altre apparecchiature saranno interessate e recheranno il logo dell’una o dell’altra tecnologia. Tra le piattaforme di streaming che offriranno a partire da gennaio il supporto, la prima confermata è Amazon Prime Video.
Ciò che distingue HDR10+ e il suo concorrente Dolby Vision da HDR10 è anzitutto l’utilizzo di metadati dinamici, ovvero informazioni che permettono di regolare con precisione il livello di luminosità fotogramma per fotogramma, così da garantire un’esperienza di visione senza compromessi indipendentemente dalle condizioni delle singole scene. Le differenze, però, non mancano: su tutte il supporto ai 12-bit e a una luminosità massima di 10.000 nit da parte di Dolby Vision. Tutte queste sigle potrebbero creare un po’ di confusione negli utenti quando si apprestano ad acquistare un nuovo televisore o un altro device per l’intrattenimento, per la casa o per la mobilità. Ai produttori spetterà anche il compito di informare con esattezza in merito a caratteristiche e specifiche.