Parte della grande rivoluzione di cui Internet s’è fatta portatrice è rappresentata dalla capacità della rete di disintermediare. La rete è in grado di mettere in connessione, ad esempio, cliente ed azienda senza che nessuno faccia da tramite. La disintermediazione ha cancellato nel tempo tutta una serie di attori che proliferavano nella “terra di mezzo” e tutt’oggi minaccia tutte le entità che sulla mediazione costituiscono la propria natura.
P2P, B2B, tutti acronimi che descrivono questa realtà: da punto a punto, senza intromissioni. La cosa diminuisce i costi, abbassa i tempi, riduce spostamenti ed oneri annessi, migliora il servizio, ma sminuisce il valore dell’assistenza. È questo il prezzo da pagare: si accetta la disintermediazione ed i vantaggi annessi rinunciando però ad un filtro intermedio che in certi casi può divenire un aiuto o una garanzia.
C’è una frase, su tutte, che merita attenzione nel testo che anticipa l’assenso dell’utente all’esame 23andMe:
You are aware that some of the information you receive may provoke strong emotion.
Sapere il contenuto del proprio DNA è qualcosa di realmente emozionante. Occhio a non dare univocamente valore positivo alla parola “emozione”: l’adrenalina che si accumula è fatta di curiosità, ma anche di ansia. Di desiderio, ma anche di paura. Ed una volta avuto il risultato sullo schermo, il giubilo può invece essere preoccupazione. E ancora ansia, e ancora paura. Ma si è soli.
Si è soli perchè si è accettato un certo sistema: l’esame attraverso sistemi che agiscono sul Web implica un’assenza di mediazione, lo si è accettato a priori ed occorre avere la forza di accettarlo anche a posteriori. Una volta avuti i dati in mano occorre essere pronti a carpirne il reale significato, senza abbandonarsi ad immotivati isterismi. Non ci sarà un medico a leggerci gli esami del sangue: ci si trova improvvisamente messi allo specchio con la possibilità di vedere parti nascoste di noi stessi: occorre accettarle a priori assieme all’esame.
In questo passaggio, però, potrebbe insidiarsi tutta la debolezza dell’essere umano. Perchè si sa, la curiosità spesso surclassa la preoccupazione. Poi però l’ansia si fa deleteria e la paura è in grado di travolgere qualunque cosa. Nessuno, però, ci guarda negli occhi quando accettiamo l’esame, nessuno ci dice: “sei sicuro?”. Il testo viene accettato senza leggerlo approfonditamente (come al solito), l’entusiasmo travalica ogni protezione psicologica e ci si tuffa in una avventura dalla quale non si sa come si esce. Nessun medico ci spiegherà il nome di una malattia, nessun tecnico ci spiegherà il significato di un termine poco ortodosso: ci si trova davanti alla materia grezza, con tutto il potere dell’immediatezza e della manipolazione diretta.
Non tutti, probabilmente, hanno la necessaria integrità caratteriale per affrontare gli eventuali risultati di un esame del DNA effettuato tramite servizi offerti online. Forse non tutti sono pronti ad affrontare la realtà imposta dalla disintermediazione. A tutte queste persone, questo post vuole guardare negli occhi, scavare nel profondo e ricordare con voce impostata:
You are aware that some of the information you receive may provoke strong emotion.