Lovely-Faces.com è un sito di dating (incontri online) inaugurato da pochi giorni ed immediatamente in grado di mettere assieme ben 250 mila utenti. Il dato potrebbe in apparenza stupire, se non fosse che dietro il sito v’è una colossale operazione di valore simbolico e, assicurano i responsabili, anche artistico. I 250 mila profili sono stati infatti importati in automatico da Facebook e scaraventati nel sito di dating mettendo in clamorosa evidenza cosa possa succedere quando i dati circolano sul Web senza limitazioni.
Opera d’arte, provocazione o volgare illecito? Comunque lo si interpreti, è comunque qualcosa che riguarda tutti noi da vicino, e questo perché le due menti a monte del progetto sono due artisti italiani che firmano la propria “opera” offrendo a Webnews anche un punto di vista aggiuntivo sulla questione.
Il sito è nato da poche ore e nel momento in cui pubblichiamo risulta offline per problemi con il server SQL (non si hanno però informazioni ulteriori in proposito). La natura di “Lovely Faces” è apparentemente quella di un normale sito di incontri online, con la peculiarità del fatto che i profili raccolti nel database del progetto non sono però frutto di iscrizioni volontarie, ma piuttosto un semplice rastrellamento di dati pubblici disponibili su Facebook. Trattasi, nella fattispecie, di dati prelevati dai profili pubblici e relativi ad utenti che non hanno protetto la propria privacy con gli interventi minimi che il social network consente per mettere al riparo le proprie informazioni dall’accesso di sconosciuti.
Il teorema su cui nasce Lovely Faces parte dalla ricognizione di Facebook in qualità di repository unica di identità e di natura peculiare poiché senza precedenti; il progetto si basa inoltre sul principio per cui l’analisi dei volti possa mettere in contatto gli utenti basandosi su sorrisi e similitudini. I passi sono uno ad uno logici e sequenziali, ma il risultato dell’intero percorso è un sito che non può non lasciar sbigottiti per il modo in cui le identità sono state forzate all’interno di un contenitore nuovo, sfruttate per finalità differenti da quelle per cui sono state create su Facebook e riadattate in questo nuovo contesto. Ma lo scopo del progetto intero sembra essere proprio quello di mettere in luce questo paradosso, educando la forzatura all’interno di un concetto artistico che meglio spieghi il valore della privacy basandosi su di una semplice decontestualizzazione delle entità ricavate dal social network numero uno al mondo.
Gli autori del progetto sono gli italiani Paolo Cirio e Alessandro Ludovico, i quali si rendono peraltro disponibili a cancellare da Lovely Faces qualsivoglia utenza che senta violentata la propria identità in questo passaggio forzato. La loro opera si cela comunque dietro l’idea artistica di una semplice elaborazione di entità, qualcosa che dovrebbe porre il progetto dietro una teorica tutela legale che andrà comunque verificata: al momento non è possibile sapere in che modo Facebook intenda muoversi per tutelare i propri utenti e per evitare possibili usi strumentali del proprio archivio. Il social network accetterà l’ipotesi “artistica” dietro Lovely Faces o preferirà cautelarsi portando il sito alla chiusura?
Nel frattempo abbiamo comunque a disposizione il punto di vista di Paolo Cirio, uno dei due autori del progetto. La sua intervista è disponibile qui.