Microsoft ha ottenuto la chiusura di ben 277 domini grazie all’ordinanza di un giudice che, ascoltate le motivazioni del gruppo, ha inteso agire nell’interesse collettivo ricollegando i domini indicati ad una iniziativa truffaldina in grado di mettere in pericolo una vasta utenza sul web.
La soppressione dei domini è avvenuta in seguito all’identificazione dei domini stessi come parte di un sistema unico denominato “Waledac“. Con questo nome è infatti stata battezzata una estesa botnet, rete di pc attivabili da remoto per portare a segno ondate di spam, attacchi DDoS ed altre offensive di potenziale pericolo. Microsoft è spesso prima vittima di questo tipo di attacchi poiché forte è l’esposizione della propria utenza alle minacce provenienti dalla Rete. In questo caso il gruppo ha voluto muoversi tramite le vie legali, segnalando la botnet e trovando nel giudice l’arma per fermare l’organizzazione.
Il funzionamento delle botnet è risaputo: una infezione apre silenti backdoor nei sistemi sfruttando vulnerabilità del software o ingenuità degli utenti; la backdoor viene sfruttata alla bisogna inviando comandi che attivano i sistemi “zombie” per generare azioni collettive in una sorta di computing distribuito del malware. Le botnet sono in forte crescita e spesso sfruttano informazioni sul Web per poter portare a segno le proprie offensive. Microsoft, una volta delineata la struttura di “Waledac” (identificata per la prima volta a fine 2008) e la natura delle sue infezioni, ha chiesto ed ottenuto la sospensione temporanea dei domini finalizzata al soffocamento delle velleità truffaldine della rete. La denuncia è relativa a 27 responsabili del meccanismo di truffa e va a colpire un sistema che controlla ad oggi centinaia di migliaia di pc in tutto il mondo.
I dettagli sull’operazione “b49” sono disponibili sul blog TechNet. Nel post è presentata altresì una mappa che ben delinea la portata della botnet che l’operazione è andata a colpire (con pieno coinvolgimento anche dell’utenza italiana):
La sospensione dei domini avrà luogo a seguito dell’esecuzione dell’ordinanza da parte di VeriSign, gruppo incaricato della gestione dei Tld di riferimento. Trattandosi di domini sotto la gestione VeriSign è presumibile che trattasi in modo particolare di nomi con desinenza .com e .net. Analisi precedenti avevano già identificato la particolare natura di Waledac, peculiare rispetto ad altre botnet e pronta ad installare malware di vario tipo sui pc vittima (la botnet è inoltre responsabile dell’invio di circa 1.5 miliardi di email spam ogni singolo giorno). Le finalità ultime sono sempre le medesime: raccogliere alti numeri da monetizzare quindi tramite truffe, spamming o cessione di dati personali raccolti con queste modalità.
Interessante, infine, notare come da un grafico riproposto da Feliciano Intini (dopo la precedente pubblicazione di Jeff Jones) si intuiscano i primi importanti risultati della chiusura di quelli che lo stesso Intini definisce come i «centri di controllo» dell’intera botnet: