Torniamo a parlare del caso delle limitazioni di banda degli utenti mobili di 3 Italia, non solo per il considerevole numero di commenti in nostri altri articoli simili, ma soprattutto grazie ad una risposta di Tre ad una lettera aperta di un loro utente pubblicata sul sito de La Stampa.
La lettera dell’utente 3 Italia la trovate qui e la risposta ufficiosa di Tre poche pagine dopo. Quindi in cosa consiste attualmente il loro bandwidth management che gli permette di ridurre la banda ai clienti per salvaguardare lo stato della rete, e perché è stato deciso di farlo?
Riportiamo fedelmente quanto dichiarato da 3 Italia:
Il traffico dati trasportato sulla rete di 3 Italia, nei primi mesi dell’anno 2010, è cresciuto del 216% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a circa 80 terabyte al giorno: erano solo 2,5 terabyte nel giugno del 2007.
È evidente dunque che la rete mobile del gestore di terza generazione è attualmente sotto forte stress. Sicuramente la “colpa”, se così vogliamo definirla è di chi utilizza in maniera errata (P2P massiccio,…) una linea che per sua natura non può essere utilizzata come una linea ADSL classica.
In effetti Tre continua:
Per salvaguardare il corretto funzionamento della rete a beneficio di tutti sono percorribili diverse soluzioni: c’è chi ha scelto di escludere il peer-to-peer (…), altri hanno deciso di limitare la velocità di banda in alcune fasce orarie, altri ancora di bloccare il VoIP. Noi stiamo a tutt’oggi testando un criterio più “morbido” e rispettoso del principio di Net Neutrality, intervenendo quando un utente ha scaricato più di un gigabyte nell’arco di 48 ore e limitando la velocità di connessione a 128 kbp/s per il tempo residuo al completamento delle 48 ore.
L’approccio che Tre Italia vuole dare al problema è del tipo “soft”, cioè non vuole limitare la possibilità di sfruttare la linea al 100% come fanno altri operatori, ma solo inserire un limitatore in caso venga generato un alto quantitativo di traffico.
Tre specifica anche che a breve verranno migliorate le policy del bandwidth management per arrecare il minimo disagio ai clienti.
Tutto bene quindi? No per nulla.
Sebbene il loro comportamento sia comprensibile dal punto di vista tecnico, e più volte l’abbiamo detto anche qui, che le reti mobili non sono “infinite” e sfruttabili come un’ADSL classica, non possiamo non ricordare che la stessa Tre ha spinto moltissimo sulla diffusione delle chiavette e dell’Internet mobile salutato più volte come alternativa alla banda larga classica nelle zone digital divise.
Ma 1GB di traffico dati in 48 ore per una linea definita alternativa a quella su doppino è francamente molto poco, soprattutto per chi è abbonato per esempio a Tre Time Large che permette di rimanere collegati per ben 300 ore al mese.
Speriamo dunque che le nuove policy del bandwidth management possano davvero ridurre il disagio dei clienti Tre. Continueremo comunque a seguire l’evolversi della vicenda.