3 Italia ed il suo gemello inglese Three Uk starebbero progettando di bloccare gli annunci pubblicitari all’interno della loro rete mobile. I due operatori hanno infatti annunciato di aver firmato un importante accordo di collaborazione con la startup israeliana Shine Technologies, la cui tecnologia permetterebbe di filtrare gli annunci pubblicitari di Google e di altri inserzionisti con lo scopo di ridurre il traffico dati all’interno delle reti.
Tuttavia, 3 Italia e Three Uk non intendono eliminare alla radice ogni forma di pubblicità, ma dare invece un maggiore controllo agli utenti. Il vero obiettivo dei due operatori è soprattutto quello di garantire una migliore privacy degli utenti spesso bombardati dalla pubblicità che in alcuni casi è veicolata anche con lo scopo di raccogliere informazioni sui consumatori. Contestualmente, questa iniziativa punterebbe a spingere gli inserzionisti a pagare le spese per il traffico dati legato alla pubblicità. Traffico oggi, invece, pagato direttamente dai clienti degli operatori. Tutto da capire, però, come gli operatori riusciranno a costringere gli inserzionisti a pagare.
Inoltre, in questo modo, i clienti potrebbero ricevere solamente la pubblicità che a loro effettivamente interessa e non essere invasi di annunci di ogni tipo.
Trattasi di un progetto sicuramente ambizioso che, però, pone alcuni quesiti. Oltre alla strategia che adotteranno gli operatori per convincere gli inserzionisti a pagare, non sono state spiegate tecnicamente le modalità con cui sarà applicato questo filtro e se gli utenti potranno creare delle loro white list personali.
Inoltre, l’implementazione di questo filtro potrebbe aprire questioni anche sulla neutralità della rete. I carrier in Europa devono trattare i dati sulle loro reti allo stesso modo ed un eventuale filtro automatico preventivo sulla pubblicità potrebbe violare queste leggi. Un problema che dovrebbe essere superato offrendo il servizio come opzionale o comunque configurabile da parte degli utenti, anche se è comunque ipotizzabile un intervento diretto delle grandi aziende pubblicitarie che sicuramente non vedranno di buon occhio questa soluzione tecnica.