Era il 1 ottobre 1982: l’iPhone non era ancora stato nemmeno immaginato, Internet era ancora un luogo poco popolato e buona parte dei dispositivi elettronici oggi largamente diffusi non erano stati neppure progettati. Tranne uno: il Compact Disc, meglio noto come CD. Da allora sono trascorsi 30 anni e proprio in questi giorni si celebra l’anniversario di una delle invenzioni che ha aperto le porte ad un nuovo mondo.
Il progetto, tuttavia, al momento dell’esordio sul mercato grazie a Sony aveva già 5 anni. Nel 1977, infatti, un team di ricercatori del gruppo Philips aveva ricevuto l’incarico di realizzare un nuovo supporto per la musica, maggiormente versatile rispetto ai vinili allora largamente diffusi, di capienza maggiore ma allo stesso tempo di dimensioni inferiori. Cinque anni dopo il progetto ha visto finalmente la luce, probabilmente senza che i suoi fautori fossero realmente consapevoli della rivoluzione appena avviata.
La ricorrenza ha un nome preciso: “52nd Street”, di Billy Joel, messo in commercio proprio il 1 ottobre 1982. Il CD arrivava in Giappone accompagnato dal Sony CDP-101 e nasceva in quel momento una industria destinata ad esplodere soltanto molti anni più tardi.
Trent’anni sono dunque trascorsi dalla vendita del primo CD in un negozio del Giappone e da allora milioni ne sono seguiti in tutto il mondo. Per almeno due decadi hanno accompagnato intere generazioni che proprio grazie ai CD hanno potuto ascoltare tra le mura domestiche oppure per strada i brani dei propri artisti preferiti. Ma non solo: hanno permesso la diffusione di software e sistemi operativi, hanno permesso a milioni di persone di scambiarsi file, nel bene o nel male, più o meno legalmente, aprendo nuovi orizzonti ed offrendo nuove possibilità.
Come un treno, poi, è sopraggiunto il XXI secolo, portando con sé l’era dei player MP3 tascabili, iPod di Apple in primis. Da allora la musica digitale ha visto nei file MP3 una nuova alternativa che ha rapidamente strappato fette di mercato ai CD, divenuti per certi versi oggetto di culto di appassionati e collezionisti. I Compact Disc, tuttavia, sono riusciti a resistere anche a questa ondata, continuando a rappresentare una delle soluzioni più gettonate per l’archiviazione, benché sempre più spesso gli utenti preferiscano i più ampi hard disk esterni per conservare i propri file.
Trent’anni di storia, insomma, si concludono proprio in questi giorni, dimostrando come l’evoluzione tecnologica abbia compiuto passi da gigante da allora, quando i CD dovevano fungere da semplice alternativa ai vinili per poi trasformarsi in strumento tuttofare per l’archiviazione dati.