Potrebbe rivelarsi un’impresa estremamente costosa portare la fibra ottica nella maggior parte delle case in Gran Bretagna. Secondo una recente stima, infatti, le connessioni di nuova generazione per la trasmissione dei dati ad alta velocità – non solamente per uso domestico – potrebbero richiedere investimenti per circa 29 miliardi di sterline, cifra pari a poco più di 36 miliardi di Euro. Un impegno economico non indifferente, che negli ultimi giorni ha destato un acceso dibattito tra gli esperti del settore e tra i sudditi di sua maestà.
La stima multimiliardaria per l’implementazione della banda larga ad alta velocità giunge dal Broadband Stakeholder Group (BSG), istituzione nata per incentivare e sollecitare l’adozione delle connessioni ad ampia capacità in Gran Bretagna. Secondo il report da poco diffuso, le due principali società di telecomunicazioni operanti sul suolo britannico avrebbero già ora le capacità – organizzative e finanziarie – per mettere in opera la posa delle nuove reti superveloci per la trasmissione dei dati in almeno due terzi del Paese. Stando al rapporto, dunque, British Telecom e Virgin Media sarebbero in grado non solo di implementare i nuovi network, ma avrebbero anche la possibilità di recuperare rapidamente i capitali impiegati per l’intera messa in opera delle infrastrutture.
I problemi finanziari potrebbero rivelarsi, invece, nel restante terzo della Gran Bretagna, ovvero in quelle aree rurali e scarsamente abitate in cui difficilmente i costi per la posa delle reti potrebbero essere riassorbiti rapidamente. Un problema annoso e tra le principali cause del digital divide, tema sul quale ci si interroga spesso e a cui si cerca di dare risposta con soluzioni talvolta poco efficaci sul lato pratico.
Secondo il report sviluppato da Analysys Mason per BSG, la Gran Bretagna potrebbe scegliere tra due possibili opzioni per l’implementazione della banda larga di nuova generazione nel Paese. La prima soluzione, maggiormente economica ma con evidenti riflessi sulla qualità del servizio, prevede la creazione di una rete in fibra ottica dagli attuali nodi di British Telecom fino alle centraline collocate nelle strade e utilizzate come ultimo punto di collegamento per le singole linee telefoniche di ogni utenza, ovvero le abitazioni dei clienti BT. Una scelta di questo tipo consentirebbe di utilizzare parte delle infrastrutture già esistenti, consentendo un risparmio non indifferente nell’implementazione della nuova rete veloce. La fibra ottica giungerebbe fino alle singole centraline locali da cui si dipartirebbero poi i collegamenti tradizionali verso le singole abitazioni. Tale soluzione potrebbe comportare un costo complessivo di circa 5,1 miliardi di sterline (6,3 mld di Euro) ed essere attuato in tempi relativamente brevi. La nuova rete avrebbe una velocità tra i 30 e i 100 Mbps e consentirebbe dunque la trasmissione di un’alta quantità di dati per unità di tempo.
La seconda opzione proposta dagli analisti di Analysys Mason prevede, invece, la trasmissione dei dati attraverso la fibra ottica direttamente dai nodi della compagnia telefonica alle abitazioni, escludendo nel processo il collo di bottiglia delle centraline locali. Una soluzione di questo tipo, infatti, consentirebbe alle reti di nuova generazione di raggiungere la considerevole velocità di 1 gigabit per secondo, ma si rivelerebbe molto più costosa della soluzione precedente. Implementare una rete in fibra fino ad ogni singola utenza potrebbe costare quasi 29 miliardi di sterline (36 mld di Euro) alle compagnie telefoniche, un investimento senza precedenti per le telecom britanniche.
Considerato l’attuale approccio delle principali società di telecomunicazioni della Gran Bretagna, l’opzione più economica sembra essere destinata a diventare la norma in buona parte dell’isola. British Telecom, per esempio, ha annunciato 1,5 miliardi di sterline (1,9 mld di Euro) di investimenti per la realizzazione delle prime reti ad alta velocità “fibra a centralina”, che raggiungeranno circa 10 milioni di abitazioni nel corso dei prossimi tre anni.