1 aprile 1976: Steve Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne fondano quella che, quattro decenni più tardi, sarebbe divenuta una delle aziende più importanti e floride al mondo. E sebbene il caratteristico logo fosse inizialmente diverso dall’odierna mela morsicata, poiché i fondatori avevano deciso di omaggiare Newton e il suo iconico frutto, lo spirito sembra essere rimasto invariato in tutti questi anni. Apple spegne oggi le sue prime 40 candeline.
Il tutto nasce da un sogno, un’intuizione: quella di portare l’universo dei computer, ai tempi riservato alle grandi corporation, anche all’utente consumer, dal ragazzino appassionato di programmazione fino ai primi cultori dei videogiochi. Sono passati 40 anni dalla fondazione della società di Cupertino, e dall’uscita dal gruppo pochi mesi più tardi di Ronald Wayne, così come dall’iconico Apple I, un computer ai tempi rivoluzionario, privo di case e venduto alla cifra di 666 dollari.
Da allora il percorso della mela morsicata è stato costellato di successi, ma anche di brusche frenate. Dopo il successo di Apple I e Apple II, tra il 1983 e il 1984 Steve Jobs spinse l’azienda alla sua prima rivoluzione, quella dell’interfaccia grafica. Nacque così Apple Lisa, un nome dedicato alla figlia del compianto iCEO, quindi l’inconfondibile primo Macintosh. Jobs, tuttavia, non avrebbe mai immaginato come la sua azienda, solo un anno più tardi, sarebbe stata scossa da improvvisi cambiamenti: allontanato dal consiglio d’amministrazione, nel 1985 l’iCEO decise di fondare NeXT, dove vi rimase fino quasi alla fine degli anni ’90. E sono proprio le innovazioni di NeXT che hanno permesso di conoscere Apple così come si è presentata dai primi anni 2000 a oggi, dalla nascita di OS X in sostituzione al Classic, dai PowerBook a conchiglia con scocca colorata, passando per il design ricercato degli iMac e molto altro ancora. Il tutto grazie al ritorno di Jobs in azienda alla fine degli anni ’90, capace di riportare in auge quello stile iconico che l’azienda sembrava aver perso, così come di stringere alleanze storiche, come quella con Microsoft per la distribuzione di Office anche su Mac.
È dal 2001, però, che la società di Cupertino comincia la sua scalata per diventare una delle aziende più invidiate e floride dei tempi moderni. Quell’anno segna la nascita di iPod, un riproduttore musicale che consentiva, e consente tutt’oggi, di conservare migliaia di brani nel taschino. Un successo commerciale che ha portato alla creazione di diversi esemplari della linea, nonché a iTunes e iTunes Store per l’acquisto di musica digitale. Segue nel 2005 l’abbandono della piattaforma PowerPC in favore dei processori Intel nei Mac, quindi la grande rivoluzione del gruppo: iPhone nel 2007. Il resto è storia decisamente recente: il 2008 ha segnato l’arrivo di iPod Touch e dei MacBook in alluminio, il 2010 di iPad, il 2011 del nuovo design in vetro di iPhone 4S. Ed è proprio questo l’ultimo esemplare di melafonino lanciato con Steve Jobs ancora in vita, presentato poco prima della sua scomparsa.
Al timone dell’azienda è quindi salito Tim Cook, un CEO che non ha puntato solamente alla creazione di prodotti innovativi, dal Mac Pro dalle forme circolati agli iMac 5K e a iPad Pro, ma anche alla responsabilità sociale dell’azienda. Apple è infatti divenuta sempre più consapevole del proprio ruolo a livello istituzionale, ad esempio schierandosi per i pari diritti della comunità LGBT o ribattendo alle agenzie governative per garantire la protezione della privacy degli utenti, ma anche sempre più amica dell’ambiente, con data center al 100% rinnovabili, la riduzione dei materiali inquinanti nei prodotti, il riciclo, i progetti di riforestazione e molto altro ancora. Chissà cosa riserveranno i prossimi 40 anni, anche se una piccola anteprima potrebbe già arrivare nel 2019, l’anno forse scelto dalla Mela per entrare nel mercato dell’automotive.