All’espressione “Nigerian Scam” ai più può essere solleticata al massimo una sommessa risata. La truffa è ormai conosciuta, e anche chi non è informato sul caso specifico ormai sa quanto possano essere inaffidabili certe mail (peraltro il più delle volte fermate da un qualsivoglia filtro antivirus). E anche chi non conoscesse bene il fenomeno dello spam, rimarrebbe comunque probabilmente lontano da forme di pagamento sollecitate via mail, da sconosciuti.
In questa selva di “ma” e “però”, qualcosa ancora sfugge se è vero che una donna dell’Oregon si è trovata a spendere ben 400 mila dollari per un investimento anche peggiore degli ultimi sulla Lehman Brother: la donna dell’Oregon, infatti, si è trovata senza soldi, senza casa e probabilmente sbeffeggiata da quanti solo a distanza di tempo vengono a conoscenza della causa dei suoi disastri finanziari. Il nome della donna è Janella Spears e la truffa che la coinvolge è probabilmente una delle più eclatanti nella storia del Nigerian Scam.
Tutto inizia con la classica mail di quelle inviate a milioni di persone. Si chiede del danaro promettendo parte di un ingente tesoro, in taluni casi parte di una fantomatica eredità. Il danaro dovrebbe servire per consentire una fuga del capitale verso gli Stati Uniti, e con fior di certificati si va a dimostrare la bontà dell’affare. La donna affida così agli anonimi broker una piccola somma. Con il passare del tempo, però, le promesse aumentano: i responsabili della truffa chiedono somme sempre più ingenti promettendo milioni di dollari in cambio ad affare avvenuto. A testimonianza della loro buona fede i truffatori inviano falsa documentazione firmata dal direttore dell’FBI Robert Mueller e addirittura dal Presidente degli Stati Uniti George Bush. Tutto falso, ovviamente, e nulla torna mai indietro dagli investimenti profusi. Intanto la donna brucia la pensione del marito, si indebita e, nella speranza di veder fruttare il proprio tesoretto nigeriano, continua ad inviare pagamenti di decine di migliaia di dollari.
La truffa assomma in totale (pagamento dopo pagamento) a 400 mila dollari. La vicenda andava avanti ormai dal 2005 e solo oggi la donna ha deciso di rivolgersi al Dipartimento di Giustizia dell’Oregon per rivelare la propria ingenuità. Il caso è estremo, ma non è l’unico: ecco perchè la posta relativa alle truffe nigeriane continua, sebbene sembri cosa ormai risaputa anche dai muri che non si accettano caramelle dagli sconosciuti.