41 mesi di carcere per crimini informatici

Dopo due anni di ricerche, è stato catturato e condannato a 41 mesi di carcere con l'accusa di crimini informatici Robert Bentley. Insieme ad alcuni complici, ancora a piede libero, Bentley infettò migliaia di computer con adware in tutta Europa
41 mesi di carcere per crimini informatici
Dopo due anni di ricerche, è stato catturato e condannato a 41 mesi di carcere con l'accusa di crimini informatici Robert Bentley. Insieme ad alcuni complici, ancora a piede libero, Bentley infettò migliaia di computer con adware in tutta Europa

C’è voluta l’azione congiunta della London Metropolitan Police Computer Crime Unit, dei servizi segreti statunitensi, dell’FBI e del Finland National Bureau Of Investigation, ma alla fine Robert Bentley è stato arrestato e condannato a 41 mesi di carcere con l’accusa di crimine informatico.

Nello specifico quello che ha fatto Bentley è stato penetrare dentro computer aziendali per renderli (all’insaputa degli utilizzatori) parte di un sistema automatizzato per fare soldi. Semplificando, avrebbe installato adware e pubblicità su moltissimi computer in tutta Europa, e per questo dovrà anche pagare 65.000 dollari di danni. Una cifra e una condanna anche lievi, le accuse iniziali infatti volevano 10 anni di carcere.

Le attività criminali di Bentley erano iniziate nel 2006 quando i suoi bot cominciarono ad infestare la rete creando alla fine una mole di traffico tale che i server Newell Rubbermaid non erano più in grado di sostenerlo. Chiaramente non era solo, ma i suoi complici non sono stati ancora catturati. Ogni membro del team veniva pagato a computer contagiato e alla fine erano in grado di guadagnare anche migliaia di dollari.

Il sistema si fondava sulla possibilità per ogni membro della banda di tramutare più computer remoti in parti inconsapevoli di un meccanismo più grande. I computer in questione continuavano ad essere utilizzati normalmente, ma in maniera invisibile scambiavano dati, veicolavano e mostravano pubblicità non richiesta alimentando a vicenda il network.

«Questi criminali informatici non hanno remore ad infettare computer e causare danni per migliaia e migliaia di dollari» ha detto Bob Burls dell’unità Criminalità Informatica della polizia metropolitana di Londra in un comunicato «Con la loro avidità causano danni incredibili a computer privati e aziendali».

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