L’obiettivo è quello di imporre all’attenzione mondiale il problema Facebook: i suoi server, il suo approvvigionamento di energia, il suo consumo di combustibile, l’impatto ambientale relativo. Lo strumento è quello della protesta sulle pagine del social network, del coinvolgimento degli utenti, del movimento di massa. E protagonista è, ancora una volta, Greenpeace.
A pochi giorni di distanza dall’annuncio dell’iniziativa Facebook relativa all’apertura dei segreti hardware relativi ai propri data center, il social network si trova ora al centro di una nuova pressione portata avanti al fine di costringere il gruppo ad infondere un impegno ulteriore per fare in modo che i server del gruppo possano essere quanto più “green” possibile. Piccoli accorgimenti potrebbero infatti voler dir molto per il pianeta ed in particolare Greenpeace punta su una conversione più radicale verso le energie rinnovabili in sostituzione dei vecchi combustibili fossili.
Si tratta ovviamente di un gesto simbolico, finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sul silenzio di una delle più importanti società nel panorama Web odierno in merito alle proprie decisioni sulle tematiche ambientali. Per capire come il funzionamento di Facebook possa influire a incrementare l’inquinamento atmosferico, basti pensare che un data center può arrivare a consumare un quantitativo di energia pari a 40.000 abitazioni, come riporta il comunicato di Greenpeace
A tal fine Greenpeace ha organizzato una iniziativa del tutto originale: un maxi schermo di fronte alla sede Facebook proietterà per 24 ore i commenti raccolti da una apposita pagina con l’obiettivo di portare sotto gli occhi di Mark Zuckerberg almeno 50 mila commenti in appena 24 ore. Nel momento in cui pubblichiamo il giro di boa è già avvenuto: oltre 27 mila i commenti già raccolti.
Spiega Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace in Italia: «Facebook sta sostenendo in tutto il mondo l’attivismo e la democrazia. Adesso Facebook ha l’opportunità di guidare anche una rivoluzione energetica, eliminando fonti pericolose come nucleare e carbone e passando alle rinnovabili». Greenpeace usa quindi il social network per promuovere una campagna contro il social network stesso. Ogni commento depositato sarà un contributo alla campagna dell’associazione, la quale chiede al gruppo soltanto una produzione eco-sostenibile che si faccia carico di una maggior responsabilità ambientale rispetto a quanto operato in passato.
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