Il futuro del 5G in Italia passa senza se e senza ma dagli accordi tra gli operatori per la condivisione delle infrastrutture. La notizia che il 26 luglio potrebbe essere ufficializzato il progetto di collaborazione tra TIM e Vodafone per uno sviluppo congiunto del 5G rilancia le discussioni sul tema degli accordi tra le Telco, oggi essenziali per lo sviluppo della telefonia mobile in Italia. L’asta per l’assegnazione delle frequenze del 5G è stata un vero e proprio “bagno di sangue” per gli operatori che si sono aggiudicati le frequenze.
A questi pesanti esborsi seguono quelli per la realizzazione delle nuove infrastrutture di rete. Investimenti nel lungo periodo difficili da sostenere per un singolo operatore a meno di non voler penalizzare la crescita del 5G. L’allarme sui costi delle reti di quinta generazione è stato più volte lanciato da più parti e la decisione degli operatori di voler collaborare tra loro deve essere vista proprio nell’ottica di rendere maggiormente sostenibile un investimento difficilmente sopportabile singolarmente. Vodafone e TIM sono stati i primi a prendere questa strada che avrà sicuramente riflessi importanti nello sviluppo del 5G in Italia.
Se le parti troveranno l’intesa sul progetto come sembra e se gli organi regolatori non avranno nulla da dire, l’alleanza tra TIM e Vodafone potrebbe rendere più rapida l’espansione delle reti 5G in Italia a tutto vantaggio della diffusione dei servizi di valore aggiunto che queste reti permetteranno di abilitare. Espansione più rapida e di riflesso anche meno onerosa visto che i due operatori condivideranno le infrastrutture.
Una strada che hanno deciso di seguire in maniera molto simile anche Wind Tre e Fastweb. Obiettivo sempre quello di rendere sostenibili gli investimenti e procedere rapidamente nello sviluppo delle reti. Fastweb, inoltre, potrà contare sul tesoretto delle frequenze guadagnato con l’acquisto della rete FWA da Tiscali.
Si stanno andando quindi a creare in Italia due baricentri molto importanti per lo sviluppo delle reti 5G. All’appello, al momento, manca solo Iliad che è “rimasto da solo”. L’operatore francese, in realtà, non aveva visto di buon occhio l’alleanza tra TIM e Vodafone paventando eventuali squilibri di mercato. Al riguardo, però, l’AD di TIM aveva replicato che l’intesa era potenzialmente aperta ad altri soggetti e quindi anche ad Iliad stesso. In ogni caso, l’operatore francese è in possesso di alcuni importanti blocchi di frequenze per il 5G.