I sindaci non possono più fermare il 5G: è quanto riportano le previsioni del Dl Semplificazione, che risponde sostanzialmente alle iniziative dei primi cittadini che, soprattutto al Sud, hanno nelle scorse settimane ritardato i lavori per l’installazione delle antenne. Le tante fake news circolate su questa nuova tecnologia durante il periodo di lockdown hanno diffuso una sorta di psicosi, collegando addirittura il 5G al coronavirus. Con il Dl Semplificazione, invece, il governo centrale stabilisce che “sindaci non potranno introdurre limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia”.
Dl Semplificazione: stop ai blocchi contro il 5G
E non è tutto, perché il sito del dipartimento per l’Innovazione aggiunge che gli stessi primi cittadini “non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato”. Il 5G rappresenta un’opportunità troppo importante per l’Italia in un momento di crisi: il digital divide è un grosso ostacolo alla produttività e questa nuova tecnologia non può che dare una mano importante ad aziende e privati. Un concetto che purtroppo continua a non essere compreso da tanti, che si trincerano dietro la volontà di “tutelare la salute pubblica” pur non essendoci prove certe sul fatto che il 5G possa essere dannoso.
5G: la posizione di molti sindaci
Durissima, in queste ore, la presa di posizione del sindaco di Vicenza, ad esempio, che accodandosi a molti primi cittadini che dalla Basilicata alla Calabria, passando per la Sicilia, nelle settimane passate hanno preso iniziative contro l’installazione delle nuove antenne.
“La decisione del governo vieta ai sindaci di intervenire con un’ordinanza a tutela della salute pubblica per quanto riguarda il tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Viene resa così inefficace l’ordinanza che ho firmato a maggio, come le tante altre ordinanze emesse dai sindaci di tutta Italia, che stabiliva la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G in attesa di capire se tali dispositivi possano danneggiare la salute”.
“In questo modo, pertanto, il governo esautora i sindaci che rappresentano la massima autorità sanitaria locale e che quindi hanno la responsabilità della salute dei cittadini. Ricordo che l’ordinanza aveva solo la funzione di comprendere da Arpav e Ulss se la nuova tecnologia del 5G potesse arrecare danni alla salute pubblica, tenuto conto che l’amministrazione intende favorire lo sviluppo di nuove tecnologie. In attesa comunque di conoscere i risultati delle indagini, ci attiveremo per rafforzare il nostro Piano antenne tutelando le aree pubbliche più sensibili”, conclude.