Europa e Corea del Sud hanno dato vita a una coalizione di fondamentale importanza per il futuro delle reti mobile ad alta velocità. Le parti hanno infatti abbozzato un accordo per portare la rete di prossima generazione nei rispettivi territori, lavorando congiuntamente per definire gli standard e le tecnologie che dovranno supportare un sistema di connettività di tale capacità.
La rete 5G può essere di fondamentale importanza per l’Europa: i ritardi sul 4G e nella connettività fissa, congiuntamente alla viva vocazione mobile della propria utenza, stimola una volta di più le istituzioni continentali a premere sull’acceleratore affinché l’appuntamento con il 5G non sono non sia mancato, ma sia anche vissuto da protagonista. L’Europa si candida quindi in un ruolo di privilegio per la definizione delle regole che tracceranno la direzione di sviluppo del 5G, il che rappresenta per Neelie Kroes qualcosa che spetta di diritto al vecchio continente: così come negli anni ’90 il GSM aveva segnato l’esplosione mobile in Europa, ora il 5G può essere l’occasione per tornare in posizione privilegiata, traendone ogni vantaggio possibile in termini di efficienza e concorrenzialità.
Sebbene al momento non siano disponibili date affidabili per la messa in cantiere dei lavori, è chiaro come le parti si pongano la fine del 2015 come termine ultimo per avere bene in mente le linee guida per lo sviluppo della nuova rete. Gli investimenti successivi verranno di conseguenza: promesse e potenzialità pagheranno l’impegno profuso. In linea di massima la rete 5G può essere prevista sul mercato entro il 2020: è questa la data prevista dalla Corea del Sud, è questa la data su cui sta puntando Samsung ed è questo l’orizzonte temporale che anche l’Unione Europea sembra condividere.
Con il 5G il mondo mobile vivrà una ulteriore accellerazione: grandi file potranno essere trasferiti con velocità istantanee, sminuendo in buona parte l’utilità delle reti fisse e rendendo sempre più mobili le postazioni di lavoro e di connessione. Occorrerà ancora almeno un decennio prima di vedere il 5G su larga scala, ma nel frattempo occorrerà ripensare tutte quelle strutture che saranno intaccate dalle nuove progettualità: l’aumento della velocità non è soltanto una piccola evoluzione, ma spesso e volentieri ha rappresentato un cambio di paradigma. Il 2020 potrebbe essere pertanto un nuovo punto di svolta e in questo caso l’Europa non intende mancare all’appuntamento: il continente fa fronte comune ed intende guidare la volata per arrivare in anticipo, con tutti i vantaggi che la cosa potrà rappresentare anche per le aziende impegnate nello sviluppo di tali reti a livello internazionale.