5G in Europa, partnership pubblica-privata

La Commissione Europea ha formato il gruppo 5G PPP che dovrà definire l'architettura, le tecnologie e i software necessari allo sviluppo delle reti 5G.
5G in Europa, partnership pubblica-privata
La Commissione Europea ha formato il gruppo 5G PPP che dovrà definire l'architettura, le tecnologie e i software necessari allo sviluppo delle reti 5G.

La Commissione Europea ha dato ufficialmente il via ai lavori sulle reti di quinta generazione, formando il 5G PPP (5G Public-Private Partnership Association), il gruppo che nei prossimi mesi dovrà occuparsi della scrittura delle specifiche. L’industria europea delle telecomunicazioni è stata per anni leader del settore, ma l’eccessiva frammentazione dei mercati ha rallentato lo sviluppo delle reti LTE, oggi molto più diffuse negli Stati Uniti. Il Vecchio Continente vuole riconquistare il primo posto con le reti di prossima generazione che dovrebbero diventare realtà nel 2020.

Oggi più di un terzo delle popolazione mondiale è online. Entro il 2015 gli utenti mobile supereranno quota 3,2 miliardi. Entro il 2020 si prevede inoltre un aumento dei dispositivi connessi che fanno parte della cosiddetta Internet delle cose. È quindi necessario investire risorse nella banda ultra larga. Nei prossimi 10 anni il 5G PPP dovrà indicare le soluzioni più idonee in termini di architetture, tecnologie e standard. L’obiettivo è ottenere un incremento di capacità wireless 1.000 volte superiore a quella delle reti del 2010, ridurre i consumi del 90% e garantire servizi senza interruzioni.

Le reti 5G rappresenteranno il primo esempio di convergenza wired-wireless, in quanto le tutte comunicazioni avverranno sulla stessa infrastruttura. Il gruppo composto da 24 aziende, tra cui Alcatel-Lucent, Ericsson, France Telecom, Huawei, Intel, Nokia Solutions and Networks e Telecom Italia, dovrà valutare l’efficienza e l’efficacia di varie tecnologie, come reti software-defined, virtualizzazione delle funzioni di rete, modellazione dei canali, antenne multiple e condivisione di blocchi di spettro non contigui.

A fine febbraio la Commissione Europea aveva già stanziato 50 milioni di euro per l’avvio di 8 progetti. Il budget totale pubblico è di circa 700 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno altri 700 milioni di euro da parte dei privati.

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