Il WiFi arriva anche in Tibet con una rete veramente curiosa.
Dharamsala è entrata nella storia nel 1960, anno in cui il Dalai Lama la scelse per farla capitale del Governo in esilio del Tibet, da qualche mese tra cime che raggiungono i 5200 metri, clima con temperature caldissime e freddissime e infrastrutture quasi inesistenti la città prende importanza anche dal punto di vista tecnologico mettendo in funzione il network senza fili più esteso al mondo (mesh network) al di fuori delle zone metropolitane, questo network prende il nome di Dharamsala Wireless Mesh-Community Network
Il creatore di questo progetto partito dal nulla, è stato Yahel Ben David (il suo sito) che innamorandosi della gente del posto e afflitto dal “Male d’India” ha deciso di aiutare quella popolazione che senza questa rete rimaneva tagliata fuori dal mondo.
Gli inizi non furono di certo incoraggianti, i network radio convenzionali costavano molto e il Wi-Fi era ancora proibito, il progetto si riesce a realizzare grazie all’aiuto di un portavoce del più noto gruppo hacker (Cult of the Dead Cow) che affiancano Yahel nel suo tentativo di liberare dalla perenne chiusura quella valle del Tibet “carente di elettricità”.
Il punto di svolta ci fu nel febbraio dello scorso anno con la parziale liberalizzazione del wi-fi outdoor concessa dal governo indiano, che ha consentito l’opportunità di usare lo standard 802.11 con cui Yahel in un mese creò l’ossatura del network.
La struttura informatica fu realizzata con hardware di riciclo e con un software “aperto” mentre l’alimentazione elettrica venne garantita da pannelli solari capaci di fornire i minimi 4 watt necessari a far funzionare gli Himalayan-mesh-router.
La scelta del mesh, era obbligata a causa della morfologia che caratterizza la valle tibetana, una rete convenzionale multipunto non poteva funzionare, da qui il posizionamento di antenne sulle vette circostanti e sui tetti dei templi Hindu con la sola avvertenza di dipingervi sopra simboli religiosi per rendere più digeribile quella tecnologia in contrasto con la sacralità.
Dopo un anno di attività il network si è ampliato a 30 nodi e collega 2500 computer mettendo in rete diverse scuole tibetane della zona, a ciò si aggiunge il VoIP per i residenti e il trasferimento dei dati a 6 Mbps.
Questo network non ha necessitato di pubblicità per farsi conoscere e ben presto è stato e viene preso come esempio da molti come banco di prova ineguagliabile per lo sviluppo di soluzioni di connessione su territori morfologicamente ostili e in cui la popolazione abita in modo sparso, insomma il luogo ideale per il proliferare del Wi-Fi…
Insomma a quando il Wi-Fi anche in Italia???