C’è un modo semplice per imporre il proprio servizio di geolocalizzazione agli utenti: mettere loro nelle mani un device gratuito ed una serie di offerte, facilitarne il compito ed abbattere ogni barriera possibile. Trattasi però di una operazione estremamente onerosa e sono poche le aziende che potrebbero permettersi un passo del genere. Google è una di queste.
L’ipotesi lanciata da TechCrunch sulla base di una serie di indizi trapelati da Mountain View è quella per cui Google potrebbe dare il via ad una consegna di massa di dispositivi da mettere nelle mani di milioni e milioni di piccole attività imprenditoriali sul territorio USA. Tali device, di cui non si conosce alcun dettaglio, fungerebbero da vero e proprio tramite tra l’azienda e Google, utilizzando gli utenti come strumento per migliorare tale rapporto a tutto vantaggio dell’attività lavorativa.
Le fonti TechCrunch indicano in 8 milioni di device la quantificazione prevista per la prima tornata di distribuzioni. Tramite queste periferiche connesse al Web, i clienti delle attività coinvolte avrebbero la possibilità di lasciare la propria recensione, segnare il proprio passaggio o effettuare pagamenti tramite Google Checkout. Non servirebbe aprire uno smartphone ed avviare applicazioni: sarebbe direttamente il punto vendita ad offrire il device mettendo a disposizione possibili offerte speciali per quanti coadiuvano a tale attività.
Sebbene il teorema sia al momento vuoto di notizie e pieno di allusioni, l’idea è quella per cui il device offerto da Google possa sfidare da vicino servizi quali Facebook Places o Foursquare, ma con un’arma in più dalla propria parte: Google potrebbe far leva sulla forza dei numeri e del brand, imponendo con la forza il proprio verbo nel settore. Regalare il device ai punti vendita significherebbe forzarne in qualche modo l’esperimento, portando così i propri canali direttamente sul banco, di fianco alla cassa, a portata di click.
Si potrebbe immaginare il device come un piccolo tablet basato su Android. Lo si può immaginare a disposizione ad un distributore di benzina, offrendo la possibilità di pagare con Google Checkout ed elargendo sulla stessa interfaccia anche un proprio commento sul servizio ricevuto (o commentando con comodo da casa quanto effettuato durante la giornata). Google Checkout potrebbe fungere tanto da “carta di credito” quanto da “carta di fidelizzazione”, mentre ogni commento lasciato assumerebbe significato “social” giungendo sugli altri canali Google in qualità di contenuti ad alta rilevanza. Ci si potrebbe così fermare presso distributori già meritevoli di un precedente plauso da parte dei propri amici, o si sceglierebbe su Google Maps un hotel presso cui un proprio conoscente ha già lasciato traccia del proprio passaggio.
Semplice iperbole priva di conferme? Ipotesi prive di fondamento? Forse. Elucubrazioni a parte, la notizia rimane al momento una semplice suggestione basata sulle fonti anonime sentiteascoltate da TechCrunch. Ma il potenziale dell’idea è tutta nel ponte eretto tra il mondo online e quello offline, mettendo il primo al servizio del secondo e creando un sistema economico bivalente in grado di offrire i propri vantaggi all’utente su entrambi i fronti. Google può, e gli Stati Uniti potrebbero essere il punto di applicazione privilegiato per un esperimento simile. Almeno a livello immaginifico, l’idea è intrisa del giusto grado di magia.
L’unico grande punto interrogativo è relativo ai costi concreti di una operazione simile, la quale si configurerebbe come un rischio sicuro a fronte di un risultato del tutto incerto. Ma in ballo potrebbe esserci un mercato multimiliardario: rischiare potrebbe essere una scelta obbligata.
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