Google ha dovuto firmare un assegno da 8,5 milioni di dollari per porre fine alla class action che aveva nel mirino i problemi determinati da Google Buzz all’utenza Gmail. Il lancio del servizio, infatti, aveva evidenziato una palese forzatura nella tutela della privacy degli utenti ed una class action aveva così preso immediatamente forma per chiedere non solo la risoluzione del problema, ma anche per ottenere un risarcimento monetario per la “violenza” subita.
Google ha vinto la prima battaglia chiudendo con un accordo che fissa in 8,5 milioni di dollari la penale da saldare per cancellare le colpe del passato. Nemmeno un dollaro, però, andrà agli utenti che si sono allineati alla class action: l’intera somma, infatti, andrà a convergere in un fondo destinato ad associazioni che operano per il rispetto della privacy e per l’educazione degli utenti nel proprio agire quotidiano online. Una somma con destinazione di interesse comune, quindi, a risarcimento di una questione le cui conseguenze sono ricadute in primis su una community di utenti: Google ha sempre negato ogni dolo ed ha altresì agito immediatamente per accondiscendere alle richieste degli utenti, dunque anche la conclusione della vicenda non è stata focalizzata sul risarcimento del singolo, ma sulla risoluzione di un problema di ordine più generale.
La proposta Google è stata avanzata nel mese di settembre e prevedeva una sanzione da 2500 dollari per ogni denunciante oltre ad un 30% di rimborso per i legali impegnati nella causa. L’approvazione della Corte sancisce pertanto la nascita di un fondo da poco più di 5 milioni di dollari, mentre la parte restante andrà agli avvocati che hanno organizzato, avviato e gestito la class action.
I dettagli dell’accordo preliminare approvato dalla Corte Federale sono disponibili nell’apposito documento pdf pubblicato. Ogni utente Gmail abilitato a Google Buzz deve sentirsi considerato come parte chiamata in causa ed a seguito di tale vertenza ha la possibilità di accettare l’accordo stipulato con la Corte, oppure chiamarsi fuori e procedere autonomamente.
L’accordo è stato firmato in data 7 ottobre e Google ne ha notificati in giornata i dettagli tenendo fede al mese di tempo disponibile per la pubblicazione degli estremi. L’11 gennaio prossimo l’accordo sarà considerato fattivo, dunque gli utenti che intendono rinunciare per procedere altrimenti avranno tempo a far conoscere le proprie intenzioni con scadenza ultima al 10 gennaio prossimo. La class action è una azione legale limitata agli utenti USA.