Nacque come una grande promessa, perchè si inseriva al momento giusto nel mondo dei social network. Ning si presentò anche in pompa magna, poichè si proponeva come un’idea firmata Marc Andreessen e questo bastava ad offrire credibilità ad un progetto di per sé ambizioso poiché pronto a sfidare nomi quali Facebook o MySpace. Oggi però la suggestione del network che permette di creare social network tramonta di fronte alla realtà di una attività rivelatasi economicamente insostenibile. Con una prima conseguenza immediata per gli utenti: l’era del gratis è definitivamente terminata, Ning è ora un servizio a pagamento.
Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto sembrava ormai chiaro da tempo. In primis perchè Ning non ha fatto il salto di qualità auspicabile per un servizio di questo tipo; in secondo luogo perchè da poco più di un mese il CEO Gina Bianchini (il braccio armato di Marc Andreessen nel gruppo) ha lasciato la propria posizione chiudendo così il proprio ciclo all’interno del progetto. Il subentrante Jason Rosenthal ha avuto un mese di tempo per studiare la situazione, formulare una diagnosi e partorire quindi la propria sentenza.
«Quando sono diventato CEO 30 giorni fa, ho detto che avrei voluto studiare il nostro business. Questo lavoro ci ha dato una reale chiarezza su ciò che funziona, cosa no e cosa abbiamo bisogno di fare ora per rendere Ning un grande successo. La mia conclusione principale è che abbiamo bisogno di concentrarci sui nostri servizi premium. Il nostro Premium Ning Network raccoglie il 75% del nostro traffico mensile negli USA ed i Network Creator necessitano e pagheranno per molti più servizi e funzioni». L’intervento taglia inoltre le risorse interne da 167 a 98 unità.
Chi ad oggi gestisce un “Ning” gratuito, ha due possibilità: abbandonarlo e dimenticarlo, oppure passare ad una formula premium a pagamento. Chi ha un “Ning” premium invece deve aspettarsi un innalzamento delle tariffe o comunque deve aspettarsi un maggior numero di funzioni a pagamento che vanno ad arricchire il possibile cash flow derivante dagli interessati alle soluzioni a pagamento. «Stiamo per cambiare la nostra strategia per essere devoti con il 100% delle nostre risorse alla costruzione di un prodotto vincente per catturare questa grossa opportunità». Tutte le risorse verranno concentrate sui clienti che pagano, per gli altri non rimangono pertanto soluzioni interne e gratuite alternative alla fuga.
Mashable ha raccolto un piccolo elenco di soluzioni alternative praticabili fin da subito. Tra i nomi citati Grou.ps, Spruz, SocialGO e BuddyPress. Prima di prendere qualsivoglia decisione, però, occorrerà attendere il progressivo avvicinarsi al 4 Maggio prossimo, giorno fissato per lo switch-off e data ultima per le offerte Ning all’utenza.