I dubbi, le ricerche, i dati statistici, la confusione: ciclicamente la polemica sulla polluzione elettronica ritorna ed il timore relativo all’inquinamento da onde radio vive alterne fortune ed improvvisi apici. Quando la telefonia mobile sembra ormai aver sorpassato la polemica sfondando prepotentemente il mercato, i timori sembrano ricadere su un’altra tecnologia: il wireless.
La polemica nasce nel Regno Unito: la Health Protection Agency, per voce del proprio segretario Alan Johnson, ha infatti suggerito la possibilità per cui la copertura wireless delle aule scolastiche (valutata nell’80% dei casi) possa comportare problemi alla salute degli alunni quali effetti cancerogeni ed invecchiamento precoce. Le sensazioni della HPA sono supportate da specifiche ricerche con le quali la carenza di concentrazione registrata nelle nuove leve è addebitata proprio alla presenza di reti wifi.
Philip Parkin, segretario generale della “Professional Association of Teachers”, usa i termini della moderazione ma non molla la presa: «non sto dicendo che ci sia un pericolo, ma penso di avere sufficienti elementi per chiedere che ci siano degli approfondimenti». La notizia è stata pubblicata nei giorni scorsi sul The Independent on Sunday. Secondo quanto indicato le ricerche contro il WiFi avrebbero già figliato provvedimenti restrittivi per vietare l’estensione della tecnologia in talune zone dell’Austria ed anche Michael Bell, in vece della Electromagnetic Radiation Research Trust, ha appoggiato le richieste di indagine sull’effettiva salubrità degli ambienti coperti da campo WiFi.
Difficilmente le ricerche in atto porranno un limite alla diffusione della tecnologia, il tutto soprattutto alla luce di quel che è stato il passato con il mondo della telefonia mobile. La storia insegna che l’interesse pratico viene spesso prima dei timori per la salute ed in assenza di “pistole fumanti” la cavalcata del wireless non potrà essere messa in discussione con troppa facilità.